Pressioni sulla magistratura e sull’accusa, contestazione pubblica delle sentenze sui crimini di guerra internazionali, assenza di una strategia anticorruzione e un’immagine grigia dello stato dei media sono tra gli elementi critici del nuovo rapporto semestrale della Commissione europea (CE) sui capitoli 23 e 24 dei colloqui di adesione della Serbia all’UE.
Per quanto riguarda la pressione sulla magistratura e sull’accusa, il rapporto, a cui “Radio Slobodna Evropa” (RSE) ha avuto accesso, sottolinea che i funzionari del governo, compresi alcuni ai più alti livelli, nonché membri del parlamento, continuano a commentare indagini, procedimenti giudiziari o singoli pubblici ministeri e giudici.
“I tabloid utilizzano informazioni su indagini o casi in corso. Ciò si traduce nel screditare i membri della magistratura o dell’accusa”, afferma il documento.
Riferendosi agli sforzi per prevenire la corruzione, il rapporto afferma che dalla scadenza della strategia nazionale anticorruzione (2013-2018), la Serbia non ha istituito un quadro politico strategico o un meccanismo di coordinamento e che il governo è in ritardo nell’emendare la legge sul finanziamento delle attività politiche.
Per quanto riguarda i media, il rapporto afferma che il quadro della situazione dei media in Serbia è grigio. Il documento sottolinea che la maggior parte delle televisioni a frequenza nazionale e dei giornali promuovono la politica del governo serbo e che diversi media che offrono punti di vista alternativi hanno “una portata limitata e non forniscono un contrappeso efficace”.
Il documento cita i dati dell’Organo Regolatore dei Media (REM) secondo cui molto spazio nei programmi è dato ad analisti che sembravano essere politicamente di parte.
Le organizzazioni locali della società civile hanno calcolato che il 92% dei programmi nazionali (da luglio 2020 a febbraio 2021) è stato assegnato a membri della coalizione di governo, che sono stati descritti in modo neutrale nel 31% e in modo positivo nel 61% dei casi, mentre l’8% è stato dato ai membri dell’opposizione, che sono per la maggior parte (65% dei casi) presentati negativamente.
Il documento stima che la carta stampata violi per lo più il codice di deontologia giornalistica e che abbia ancora un cofinanziamento pubblico. “I casi di minacce e violenze contro i giornalisti continuano a essere motivo di preoccupazione e l’ambiente in generale per la libertà di espressione senza ostacoli e paure deve essere rafforzato, soprattutto nella pratica”, afferma il rapporto della CE.
Il rapporto sulla situazione nei capitoli 23 e 24, che fanno riferimento allo stato di diritto e ai diritti umani, è stato trasmesso agli Stati membri dell’UE, e da questo dipende se alla Serbia sarà consentito aprire nuovi capitoli nei negoziati di adesione.
Si tratta della prima relazione della Commissione europea (CE) basata sui piani d’azione rivisti per i capitoli 23 e 24 adottati nel luglio 2020. Per progredire nei negoziati di adesione è fondamentale che la Serbia mostri risultati concreti nello stato di diritto e progredisca nel processo di normalizzazione delle relazioni con il Kosovo.
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