La società “Autočačak” ha acquistato la fallita “BIP” di Belgrado per 2,09 miliardi di dinari dopo l’apertura pubblica delle offerte pervenute presso l’Agenzia per la concessione di licenze ad amministrazioni fallimentari. L’offerta, che era l’unica arrivata per la privatizzazione dell’ex industria della birra di Belgrado, è stata accettata e ammonta a più della metà del prezzo stimato dell’azienda. La “BIP” è in bancarotta dal 2016.
Oltre alla sede centrale sull’autostrada, dove si trova il birrificio principale, l’azienda possiede proprietà immobiliari e impianti di produzione in diverse località a Belgrado, poi a Čačak e Kragujevac, e ha 13 marchi registrati. Prima della vendita, la “BIP” in bancarotta valeva 4,17 miliardi di dinari come entità legale e l’offerta di “Autocačak” è solo poco più della metà di tale importo.
Il nuovo proprietario ha un termine legale di 7 giorni per firmare il contratto di acquisto e 30 giorni per pagare il resto del denaro dall’importo del deposito pagato per la partecipazione alla privatizzazione. Radoš Ljujić, che ha partecipato all’apertura delle offerte non ha fornito alcuna informazione sui motivi dell’acquisto e sui piani futuri.
Il Presidente dell’Assemblea dei Creditori della “BIP” in fallimento, Mile Bogdanović, si è congratulato per l’acquisto e per il prezzo raggiunto. “Il prezzo è superiore al 50% del valore stimato. Con questo, mi aspetto che i creditori saranno sistemati, in primis l’amministrazione fiscale, “Komercijalna Banka”, poi i dipendenti, e sono sicuro che alcuni azionisti otterranno parte delle loro azioni, il più possibile”, ha detto.
Ha aggiunto che la “BIP” non ha perso valore durante il fallimento, ma il suo valore è stato mantenuto. “Spero che il marchio “BIP” continuerà a esistere da qualche parte, magari a Belgrado”. Ha sottolineato che il suo desiderio è che i clienti mantengano la produzione e che la “BIP” rimanga come marchio serbo sul territorio della Serbia. Alla domanda su quali fossero le richieste totali dei creditori in fallimento, lo stesso ha dichiarato che sono inferiori al prezzo di 2,09 miliardi di dinari messi all’asta.
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