“In Serbia non vi sono i lavoratori in eccesso, ma lmancanza di lavoro, e chiunque decida di licenziare i lavoratori deve soprattutto provare a “caricarli di lavoro” e poi, quando si determina che un dipendente non può realizzarlo, si può riflettere sul licenziamento”, ha detto il direttore delle “Poste della Serbia” Milan Krkobabić.
“La logica di base in Serbia deve consistere dal fatto che dobbiamo trovare un lavoro, che dobbiamo combattere per i lavoratori e che dobbiamo presentare i prodotti e i servizi esistenti in un modo nuovo come viene effettuato da parte della concorrenza”, ha detto Krkobabić alla Radiotelevisione serba in occasione dell’anniversario di 175 anni delle Poste della Serbia, presso le quali inizieranno le attività di cambio di valuta estera in conformità con la legge sui servizi di pagamento, visto che ci sono ormai 4.500 sportelli automatici.
Lui ha detto inoltre che in tutte le grandi multinazionali i lavoratori partecipano alla gestione e, soprattutto, alla determinazione degli utili. Questo è l’unico stimolo economico per un dipendente per lavorare, se lavora bene”, ha detto Krkobabić, aggiungendo che dal Governo serbo sono stati stabiliti otto critteri per il posizionamento di un’azienda sul mercato.
“Le Poste della Serbia lasciano una parte del lavoro agli imprenditori privati , e ne abbiamo 230 e circa 550 sportelli contrattualizzati. Si deve riconoscere il potenziale di lavoratori e loro devono essere pagati decentemente”, aggiungendo che lo stipendio medio dei dipendenti in un ufficio postale è di 45.000 dinari.
(Tanjug/Vecernje novosti, 05.06.2015)