Sasa Jankovic e Vuk Jeremic differiscono per molti aspetti, ma sono d’accordo su un unico punto: la campagna elettorale per le presidenziali in Serbia è la più sporca dai tempi delle elezioni grazie alle quali Slobodan Milosevic conservò il potere nel 1990.
“Abbiamo attraversato momenti difficili in questo paese e siamo passati attraverso una serie di elezioni irregolari, irregolare nel senso di condizioni libere e corrette per lo svolgimento di elezioni”, ha dichiarato Jeremic nel corso di un’intervista rilasciata all’Associated Press, aggiungendo “Ma penso che questa campagna elettorale batte tutte quelle cui ho assistito”.
I due principali candidati dell’opposizione cercheranno di sconfiggere i pronostici, il black-out dei media e la diffamazione degli elettori, affrontando la sfida di voto che, domenica prossima, li vedrà contrapposti al premier autocratico Aleksandar Vucic.
Un compito non facile, considerando che un recente sondaggio condotto dal gruppo di ricerca sociale BIRODI ha mostrato che Vucic ha ricevuto copertura mediatica 120 volte in più rispetto a Jankovic e Jeremic durante la campagna elettorale.
I media mainstream, controllati da Vucic, hanno posto in essere una campagna di demonizzazione rivolta alla maggior parte dei candidati dell’opposizione, senza concedere loro la possibilità di replicare. I candidati opposti a Vucic, insieme ai loro familiari, sono stati apostrofati come “servi occidentali” e criminali e sono stati diffusi dettagli relativi alle loro vite private, ovviamente trapelati dai file della polizia segreta.
Jankovic, che ha guadagnato elogi internazionali per il suo lavoro come mediatore, è stato categoricamente descritto da un tabloid di Belgrado come il “killer” di un amico che si è suicidato nel 1993. Un’indagine ha dimostrato che Jankovic non aveva nulla a che fare con l’episodio. A proposito di Jeremic, invece, è stato insinuato che sarebbe “circondato dai più grandi criminali”.
D’altra parte, Vucic è stato salutato come un leader forte e il salvatore della Serbia, nonostante i profondi problemi economici e sociali che attanagliano il paese balcanico. Ha condotto una campagna elettorale conservando il suo attuale incarico di primo ministro e quindi avendo la possibilità di utilizzare i fondi statali per aumentare la propria popolarità, anche attraverso le visite alla Cancelliera tedesca Angela Merkel all’inizio di questo mese e al Presidente russo Vladimir Putin questa settimana.
Vucic ha negato le accuse relative alla conduzione di una campagna “sporca”, sostenendo che l’unica piattaforma che i candidati dell’opposizione hanno è quella dell’ “odio per Vucic”.
Vucic, un ex ultranazionalista ora sostenitore dichiarato dell’Unione europea, è il favorito per la vittoria contro 10 sfidanti provenienti da un’opposizione frammentata. Il suo sostegno si aggira intorno al 50%; un singolo voto oltre questo margine gli consentirebbe di evitare il ballottaggio del 16 aprile, che potrebbe porlo in una posizione molto più difficile nel confronto con un singolo candidato dell’opposizione.
Il campione dei diritti umani Jankovic è sostenuto dagli elettori liberali filo-occidentali, mentre l’ex ministro degli Esteri Jeremic ha il sostegno di gruppi non conservatori e nazionalisti. Entrambi corrono come candidati indipendenti, senza avere alle spalle un partito di appartenenza.
Anche se la presidenza rappresenta in gran parte una carica cerimoniale, Vucic sta cercando di cementare il suo potere per altri cinque anni. I critici sono del parere che il suo obiettivo sarebbe quello di stabilire un tipo di autocrazia sul modello russo.
Jeremic ha sottolineato come un episodio esemplare di parzialità dei media sia stato rappresentato dalle accuse di collusione con i cartelli del narcotraffico rivolte dal Partito Progressista Serbo di Vucic alla moglie di Jeremic, nota ex presentatrice della Tv di stato.
“Ne è uscita ovviamente profondamente scossa e turbata”, ha dichiarato Jeremic. “Nel momento in cui lei ha indetto una conferenza stampa per rispondere alle accuse, il Primo Ministro si è reso conto che si è trattato di una mossa molto, molto stupida e si è scusato. Ma non con lei, ha chiesto scusa al popolo della Serbia”.
“La conferenza stampa di mia moglie è avuto uno spazio mediatico pari circa al 20%, la reazione del signor Vucic uno spazio pari all’80%. Questo mostra la proporzione dell’esposizione mediatica”, ha evidenziato Jeremic.
In qualità di leader del Partito radicale serbo ultranazionalista, Vucic ha sostenuto le politiche guerrafondaie di Milosevic che negli anni ’90 determinarono la perdita di migliaia di vite e lasciarono milioni senzatetto. Fu ministro dell’Informazione sotto Milosevic, quando la libertà dei media venne pesantemente soppressa.
Sia Jeremic che Jankovic criticano la mancanza di reazione da parte dell’Unione europea, che, dicono, sta ignorando le politiche antidemocratiche interne di Vucic per mantenere la pace nei Balcani.
“Penso che abbiano paura di Vucic”, ha dichiarato Jankovic. “Vogliono la pace e la stabilità nei Balcani e sanno che l’unico che può innescare instabilità è Vucic stesso. Sta ricattando l’Europa”.
Jankovic sostiene inoltre che l’Europa non dovrebbe lasciarsi ingannare dalle dichiarazioni europeiste di Vucic, il quale, continua a rafforzare i legami militari e di altro genere con la tradizionale alleata Russia.
“Vucic dice una cosa, ne fa un’altra e pensa qualcosa di ancora diverso”, ha sintetizzato Jankovic. “Lui sta guardando all’Europa mentre continua a muoversi in senso opposto”.
(Associated Press, 29.03.2017)
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