L’ex difensore civico Sasa Jankovic sarà in visita a Bruxelles martedì e mercoledì per presentare ciò che egli definisce il caso della “Serbia alternativa” non controllata da Aleksandar Vucic.
L’ex difensore civico e candidato alle elezioni presidenziali del 2 aprile scorso, Sasa Jankovic, ha in programma un incontro con funzionari del Parlamento europeo per chiedere il loro aiuto contro ciò che egli definisce come “processi anti-europei” in Serbia.
Alle elezioni presidenziali Jankovic ha raccolto il 16.37% dei voti, piazzandosi secondo dietro il 55.06% di Vucic. Tuttavia, i candidati sconfitti – e molti altri – hanno sostenuto che l’elezione è stata segnata da una copertura mediatica sbilanciata e dalla pressione su dipendenti pubblici e altri a votare per Vucic.
La squadra di Jankovic ha confermato a Birn che il suo ospite a Bruxelles sarà il Vice Presidente del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici, Josef Weidenholzer.
Oltre ad incontrare Weidenholzer, Jankovic parteciperà alla riunione del gruppo parlamentare dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici, e, separatamente, incontrerà il Vice-Presidente del Parlamento Europeo, Ulrike Lunacek. Tra gli incontri previsti anche quelli con il parlamentare europeo Soraya Post, con membri del gabinetto del Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, con il Consigliere del Gruppo per la Delegazione dell’Unione europea in Serbia, Jorgen Siil, e con rappresentanti dell’Ufficio del Mediatore europeo, secondo quanto reso noto dal team di Jankovic.
In vista del viaggio, Jankovic, interpellato dal portale web serbo Maglocistac, ha dichiarato che la comunità internazionale è a conoscenza di ciò che sta accadendo in Serbia.
“I rappresentanti di alcuni paesi e istituzioni internazionali non sono forse consapevoli di quanto siamo siamo pronti, determinati e risoluti, responsabili per tramutare un’alternativa in realtà”, ha dichiarato Jankovic il 22 aprile, esprimendo inoltre la speranza che la comunità internazionale non adotti misure che potrebbero essere interpretate come supporto a processi negativi in Serbia, perché “questi processi in Serbia sono anti-europei”.
“Nessuno ha il compito di costruire la democrazia in Serbia, se non noi stessi. Aleksandar Vucic è diventato potente, non costruendo qualcosa di nuovo, ma distruggendo ogni alternativa a se stesso”, ha concluso Jankovic.
Jankovic, che si è candidato alle elezioni in una lista civica liberale, ha annunciato il 13 aprile che lancerà il suo proprio movimento politico di opposizione.
Tra le dichiarazioni rilasciate a Maglocistac, l’ex difensore civico ha sottolineato come le elezioni presidenziali abbiano dimostrato l’esistenza in Serbia di un’alternativa che “crede veramente nei valori europei e nei valori inscritti nella nostra costituzione, nello Stato di diritto, nel rispetto dei diritti umani, nell’uguaglianza dei cittadini, nella libertà dei mezzi di comunicazione, e nella giustizia sociale. Nel momento in cui si mostrerà chiaramente che questa alternativa è concreta, credo che avremo anche più aiuto dall’esterno”.
(Maja Zivanovic, Balkan Insight, 25.04.2017)
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