Istituto UE: investimenti cinesi alimentano la corruzione nei Balcani

Gli investimenti cinesi nelle infrastrutture nei Balcani occidentali contribuirebbero ad alimentare la già diffusa corruzione nella regione, secondo quanto afferma la recente relazione elaborata dall’Istituto europeo di studi sulla sicurezza (EUISS).

L’Istituto, con sede a Parigi e le cui analisi vengono utilizzate dalla Commissione europea e da altri organismi comunitari, basa tale affermazione sull’osservazione secondo cui gli investimenti cinesi in strade e ferrovie, che ammontano ad un valore di 5,5 miliardi di EUR, sono stati effettuati in Macedonia, Bosnia L’Erzegovina, Montenegro e Serbia solo dopo che “le imprese cinesi hanno stipulato contratti direttamente con i governi di questi paesi, e non attraverso appalti che implicano un’offerta tra diverse società”.

Secondo il rapporto, “Poiché tali procedure di gara non comportano offerte aperte e trasparenti, vanno nella direzione contraria rispetto ad un’efficiente spesa pubblica e incoraggiano la corruzione: insomma, mentre le istituzioni dell’UE cercano di promuovere norme chiare per la spesa di ogni 500 euro per assicurarsi che i fondi pubblici siano utilizzati nel modo più efficiente, i contratti per autostrade fino a 500 milioni di EUR vengono stipulati con i cinesi in assenza di appalti”.

La relazione aggiunge che questi paesi dei Balcani occidentali adottano spesso leggi che facilitano solo investimenti cinesi per soddisfare la volontà di Pechino di concludere direttamente i contratti con i governi, il che ostacola la conformità delle norme della regione a quelle dell’UE.

Ad esempio, l’EUISS menziona gli investimenti cinesi sulla Kicevo-Ohrid in Macedonia e sottolinea presunte perdite per un ammontare di 155 milioni di euro, una considerevole somma di denaro per un’economia piccola e poco sviluppata come quella dell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia. “Lo scandalo coinvolge non solo quattro politici di alto livello del precedente governo (compreso l’ex primo ministro), ma riporta anche l’attenzione sul ruolo dei progetti infrastrutturali cinesi nella lotta alla corruzione nel contesto più ampio della regione dei Balcani occidentali”, continua la relazione.

“Alla fine del 2013, il governo di Skopje ha firmato un accordo per la costruzione dell’autostrada Kicevo-Ohrid, lunga 57 chilometri, con l’impresa cinese Sinohydro Corporation: il contratto ammonta a 373 milioni di euro ed é stato firmato insieme ad un altro contratto che riguarda un tratto di 53 chilometri da Skopje a Stip (206 milioni di euro). Il progetto dovrebbe essere finanziato da un prestito della China Exim Bank di proprietà statale per l’85% del suo valore – ed eseguito da Sinohydro”, spiega il rapporto.

La relazione descrive inoltre come l’influenza normativa cinese non pervada sistematicamente la regione, ma vi si insinui lentamente, ma inesorabilmente, tramite ogni progetto assegnato a Pechino.

“In un momento in cui i Balcani occidentali si trovano ad affrontare élite politiche sempre più autoritarie, gli investimenti del governo cinese offrono ai governi i mezzi finanziari necessari per rimanere al potere. Questo, a sua volta, esaspera e approfondisce l’attuale crisi di governo. Lo stesso schema può essere osservato in altre regioni corteggiate dalla Cina con investimenti in infrastrutture sotto l’egida dell’iniziativa “Nuova via della Seta”, afferma la relazione dell’UEISS.

(Beta, 23.07.2017)

http://beta.rs/vesti/drustvo-vesti-svet/69069-institut-eu-kineska-ulaganja-sire-korupciju-na-zapadnom-balkanu

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