Intervista all’Ambasciatore Manzo: “Abbiamo portato l’Europa in Serbia”

Al termine del semestre italiano di presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, l’Ambasciatore d’Italia a Belgrado Giuseppe Manzo ha concesso al Serbian Monitor una lunga intervista, che fa il punto su un semestre che a Belgrado e per la Serbia si è dimostrato intenso e complesso, al contempo ricco di attese e carico di incognite, sospeso tra nuovi slanci europeisti e sciovinismi mai sopiti, cui l’Unione europea dovrà di certo dare una risposta univoca.

Vorrei innanzitutto esprimere le mie congratulazioni alla redazione del Serbian Monitor per il brillante successo conseguito in questi primi mesi dall’avvio di questa importante iniziativa editoriale. Da Ambasciatore d’Italia in Serbia non posso che essere particolarmente lieto che il Serbian Monitor sia diventato nel tempo il portale in lingua italiana di news e approfondimenti sulla Serbia più seguito e cliccato sul web, ponendosi come un utilissimo punto di riferimento per tutti quegli italiani che, per turismo o per business, si affacciano sempre più numerosi a questo interessante Paese”.

SM: Grazie Eccellenza per le parole di stima e incoraggiamento: nei limiti dei nostri mezzi, proviamo ad offrire uno sguardo aggiornato e oggettivo su un paese verso cui sempre più italiani guardano come un’importante opportunità per le loro attività economiche, per il sistema paese nazionale e anche per le loro scelte di vita. 

Per iniziare potrebbe presentarci le priorità della presidenza italiana?

Presidenza Italiana UeTra un paio di settimane l’Italia concluderà un’esperienza di lavoro davvero intensa, quale è quella della Presidenza di turno dell’UE, e che in un’Europa oggi a 28 Stati membri capiterà sempre meno frequentemente di vivere sul piano professionale per un diplomatico. Proprio pochi giorni fa il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha dichiarato che l’Italia ha condotto il Semestre di Presidenza conseguendo “risultati importanti, aprendo un confronto, forse per la prima volta con questa intensità politica, sulle prospettive stesse dell’Europa, uscendo un po’ da una dinamica burocratica degli ultimi anni” e lavorando con efficacia anche su temi strategici per il futuro dell’Unione quali l’occupazione, la crescita e gli investimenti. Siamo stati inoltre molto impegnati su questioni per noi fondamentali come quelle energetiche e climatiche e sul tema delle pressioni migratorie nel Mediterraneo, sul quale l’Italia ha chiesto e ottenuto l’applicazione di un “approccio integrato” tra politica interna ed estera che coinvolga tutti i partner europei e non solo quelli che, come noi, sono i più esposti ai flussi migratori dal Nord Africa. Senza infine dimenticare la politica internazionale, a cominciare dalla crisi ucraina sulla quale la Presidenza italiana dell’UE ha mantenuto una posizione senz’altro equilibrata e costruttiva tra le parti.

SM: Uno dei risultati della Presidenza di turno italiana può essere certamente considerato il lancio della Strategia UE per la Regione Adriatico-Ionica. Ci può presentare in sintesi i risultati e le prospettive?

L’approvazione formale della Strategia UE per la Regione adriatico-ionica da parte del Consiglio europeo dello scorso 23 ottobre è senza dubbio uno dei risultati più tangibili del Semestre italiano di Presidenza. La creazione di una macroregione adriatico-ionica, che l’Italia ha promosso a Bruxelles dal 2010, faciliterà il percorso europeo dei Balcani Occidentali attraverso lo scambio di esperienze con gli Stati membri dell’UE e la condivisione delle politiche di respiro regionale come i trasporti, le infrastrutture, l’energia, l’ambiente, la ricerca e l’innovazione. Tutti i Paesi non UE come la Serbia potranno già nei prossimi mesi, grazie alla Macroregione, sentirsi concretamente parte dell’Unione Europea traendo benefici sia da una migliore gestione dei fondi europei sia dall’introduzione di standard comunitari in tanti settori che riguardano la vita quotidiana dei cittadini”.

Joksimovic COELA

L’11 settembre il ministro per l’integrazione europea della Repubblica di Serbia Jadranka Joksimovic ha incontrato il Gruppo di lavoro sull’allargamento del Consiglio dell’Unione europea (Coela)

SM: Storicamente l’Italia è uno dei paesi che maggiormente sostiene il percorso europeo della Serbia.  Tuttavia la crisi di prospettive dell’Unione e le difficoltà economiche che vive la Serbia hanno affievolito l’entusiasmo per l’eurointegrazione. Nel corso del semestre quali iniziative avete promosso per far conoscere e apprezzare meglio l’Unione?

“L’Italia è di gran lunga in seno all’UE il Paese che sostiene con maggiore convinzione e da diversi anni ormai il percorso europeo della Serbia sulla base dell’assunto che solo una piena integrazione europea possa essere reale garanzia di stabilità politica e benessere economico e sociale non solo per questo Paese ma anche per tutti i Balcani. Ma l’Europa deve essere spiegata meglio agli occhi dei cittadini serbi affinché siano resi a tutti più evidenti i benefici tangibili della comune appartenenza ad una grande area integrata quale è l’Unione europea dove merci, capitali e persone possono circolare liberamente. Per fare questo, nel corso del Semestre di Presidenza italiana abbiamo adottato un motto che ha ispirato la nostra azione in questi mesi: “L’Italia porta l’Europa in Serbia”. Abbiamo letteralmente aperto le porte dell’Ambasciata italiana per coinvolgere tutte le persone, tra le quali tantissimi giovani, desiderose di conoscere ancora più da vicino l’Unione europea..

14659016132_922d3bbec0_kIl capo della Delegazione UE in Serbia Michael Davenport e il ministro Jadranka Joksimovic all’Open Day dell’Ambasciata d’Italia l’11 luglio

“Abbiamo letteralmente aperto le porte dell’Ambasciata italiana per coinvolgere tutte le persone, tra le quali tantissimi giovani,desiderose di conoscere ancora più da vicino l’Unione europea”

Alcune settimane dopo la visita dell’allora Ministro degli Esteri italiano, oggi Alto Rappresentante PESC, Federica Mogherini, abbiamo per la prima volta portato a Belgrado il gruppo dei 28 diplomatici dei Paesi membri UE che a Bruxelles si occupano quotidianamente della politica di allargamento, compreso il percorso europeo della Serbia. In questi sei mesi abbiamo promosso tante iniziative, grandi e piccole, tutte finalizzate a superare cliché e pregiudizi reciproci per spiegare che l’adesione di Belgrado all’UE è una win-win situation dalla quale potranno trarre mutuo beneficio sia la Serbia che l’Unione europea.

SM: Gli ultimi irrigidimenti di Berlino hanno fatto slittare l’apertura dei primi capitoli negoziali da fine 2014, come era da molti auspicato, a una data non definita nel 2015. Che azioni potrebbe immaginare l’Italia, alla luce dei risultati del semestre di presidenza di turno, per velocizzare questo processo?

Sono convinto che anche dopo la conclusione della nostra Presidenza di turno dell’UE, l’azione dell’Italia a Bruxelles affinché la Serbia possa aprire al più presto i primi capitoli negoziali non si esaurirà. Restiamo convinti dell’idea che Belgrado meriti un concreto segnale d’incoraggiamento da parte dell’UE a fronte dei numerosi progressi compiuti dalla Serbia negli scorsi mesi sui principali dossier d’interesse europeo come la lotta alla corruzione e al crimine organizzato, la progressiva normalizzazione dei rapporti con Pristina,  la promozione dei diritti fondamentali quali la libertà d’espressione e dei media, il miglioramento del clima imprenditoriale, il consolidamento dei conti pubblici, etc. Non mancheremo certamente di continuare ad incoraggiare le Autorità serbe affinche’ portino avanti le riforme necessarie per l’adeguamento agli standard europei”

“Restiamo convinti dell’idea che Belgrado meriti

un concreto segnale d’incoraggiamento da parte dell’UE”

SM: Durante il Consiglio informale dei Ministri per la cooperazione allo sviluppo dell’Unione Europea svoltosi a Firenze è stato detto che il tema di Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” è un’occasione per l’intera Unione per far evolvere i negoziati per lo sviluppo. Come punta a interpretare questo indirizzo in Serbia?

“La partecipazione della Serbia ad EXPO Milano 2015 è già di per se stessa un’occasione di sviluppo unica. Con oltre 130 presenze istituzionali annunciate da tutto il mondo e svariati milioni di visitatori attesi, Expo Milano rappresenterà un’importantissima vetrina internazionale per questo Paese, che ha nel patrimonio agricolo le potenzialità maggiori in termini di crescita economica ed occupazione. Nonostante le pesanti alluvioni di quest’anno, l’agricoltura serba resta infatti un pilastro fondamentale dell’export nazionale ed è un elemento essenziale nell’economia di tante famiglie del paese. In questo senso, l’Italia è’ pronta a fare la sua parte, promuovendo nuovi investimenti nell’agroindustria serba e trasferendo così competenze del nostro sistema paese nel campo della valorizzazione e promozione di prodotti tipici e dell’agricoltura biologica, in linea con quelli che sono i valori di fondo dell’Esposizione universale di Milano come la biodiversità, l’alimentazione a chilometro zero e la sicurezza alimentare.

Orto Slof Food Ambasciata Italia Belgrado Realizzando, grazie al contributo determinante di Slowfood Serbia, un piccolo orto biologico nel giardino della residenza dell’Ambasciata italiana con tipiche sementi locali, abbiamo anche qui inteso accendere i riflettori e destare l’interesse del pubblico serbo su quello che l’anno prossimo sara’ un grande evento internazionale”

“La partecipazione della Serbia ad EXPO Milano 2015 è già di per se stessa un’occasione di sviluppo unica”

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L’inaugurazione dell’orto biologico all’interno del giardino dell’Ambasciata il 2 giugno scorso

SM: I rapporti tra Italia e Serbia sono molto buoni su vari livelli (soprattutto economico e politico); ci sono spazi per ulteriori miglioramenti? Quali azioni concrete si possono intraprendere?

 “C’è sempre spazio per migliorarsi, anche quando si parte da una posizione privilegiata quale à quella occupata dall’Italia che anche quest’anno si è confermata il primo partner commerciale ed il primo investitore straniero in Serbia. Ho citato poco fa l’interesse di grandi imprese della nostra agroindustria ad investire in Serbia ma qui hanno gia’ investito oltre 500 aziende italiane che danno lavoro a circa 20.000 impiegati serbi e sono presenti un po’ in tutti i settori dell’industria manifatturiera e dei servizi”.

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La visita in Italia il 10 dicembre del primo ministro serbo Aleksandar Vucic

ha rafforzato le già eccellenti relazioni tra i due paesi.

Una prima azione concreta per migliorare ancora di più le già eccellenti relazioni bilaterali è emersa in occasione dell’incontro che il Primo Ministro Vucic ha avuto la scorsa settimana a Roma con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Si e’ parlato anche di come promuovere nuovi investimenti ed il Presidente Renzi ha dato la sua disponibilità a venire in visita a Belgrado alla guida di una delegazione imprenditoriale visto che proprio a Belgrado si terrà la quarta edizione del Vertice intergovernativo italo-serbo durante il quale faremo insieme il punto della situazione sullo stato della collaborazione bilaterale nei vari settori”.

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Il Presidente Napolitano ha avuto parole di forte incoraggiamento

per il processo di integrazione europea della Serbia

ANDREA SIMONCELI, ALEKSANDAR VUCIC, DJUZEPE MANCO

Di rientro da Roma, il primo ministro Vucic ha partecipato all’assemblea annuale della Camera di Commercio italo-serba dove ha ricevuto il premio per il miglioramento del contesto d’affari

“Il Presidente Renzi ha dato la sua disponibilità a venire in visita a Belgrado alla guida di una delegazione imprenditoriale visto che proprio a Belgrado si terrà la quarta edizione del Vertice intergovernativo italo-serbo”

SM: Per quanto riguarda, in particolare, la cultura, visto anche il grande amore che i serbi nutrono per il nostro Paese, ci sono idee per sfruttare il nostro patrimonio storico, culturale, artistico, paesaggistico e linguistico all’estero?

“Le idee non mancano mai anche se talvolta bisogna anche avere le risorse per poterle mettere in pratica. Non c’e’ dubbio che cultura e lingua italiana siano asset fondamentali della nostra presenza all’estero, Serbia compresa. Proprio in questi giorni, in vista della conclusione del Semestre di Presidenza italiana dell’UE, abbiamo inaugurato, alla presenza dei Ministri Alfano e Orlando e delle Autorità serbe, un’importante mostra di Giambattista Tiepolo presso il Museo Nazionale di Belgrado, grazie al prestito di una tela del famoso pittore veneziano da parte dei Musei Civici di Udine e al sostegno di alcuni sponsor privati.

Mostra Tiepolo Belgrado Inaugurazione della mostra “Tiepolo: da Udine a Belgrado” l’11 dicembre.

Si riconoscono i ministri serbi della giustizia, della cultura e dell’interno Selakovic, Tasovac e Stefanovic

e i ministri italiani dell’interno e della giustzia Alfano e Orlando.

Sul fronte della promozione della lingua italiana, abbiamo di recente conseguito con il nostro Istituto di Cultura un successo importantissimo con l’istituzione di un Dipartimento di Italianistica presso l’Università di Kragujevac, la città che, come noto, ospita l’investimento della Fiat. Nei prossimi mesi sarà quindi costituito, accanto a Belgrado, un nuovo polo per l’insegnamento dell’italiano in Serbia, che ci consentirà di allargare ulteriormente il bacino degli oltre 2.000 giovani serbi che attualmente studiano la nostra lingua”.

SM: Belgrado sta gradualmente recuperando un ruolo di snodo tra varie culture e prospettive geopolitiche che aveva ai tempi dei paesi non allineati. Quali sono le opportunità e le sfide nel rappresentare oggi, qui, gli interessi italiani?

“Belgrado, tra tutte le maggiori città della regione, ha sempre avuto questa vocazione cosmopolita e spiccata proiezione internazionale ed in effetti, quando mi trovo a ragionare sulle linee di fondo della politica estera della Serbia di oggi sono frequenti i riferimenti “titini” quando pensiamo alle iniziative e ai contatti che, parallelamente al profondo solco europeo nel quale Belgrado si muove in maniera prioritaria, la Serbia coltiva. Lo dimostra il vertice Cina-Paesi del Sud Est Europa appena svoltosi. Certamente, una prima conseguenza di queste dinamiche sugli interessi italiani in Serbia è la crescente competizione internazionale con la quale il “Sistema Italia” si trova a confrontarsi nell’ultimo periodo e sempre più sarà chiamato a confrontarsi nel prossimo futuro. Ma a questa sfida complessa corrisponderanno altrettante opportunità per nuovi investimenti, che si moltiplicheranno sempre di più con il progressivo avanzamento della Serbia lungo il suo percorso europeo e la conseguente stabilità politica ed economica che questo Paese potrà garantire agli investitori stranieri. In questo senso, l’Italia parte da una posizione di vantaggio, se non altro per la grande conoscenza del Paese acquisita in questi anni. La concorrenza sarà sempre piu’ agguerrita ma noi abbiamo tutti gli strumenti per continuare a fare del nostro meglio”

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One Reply to “Intervista all’Ambasciatore Manzo: “Abbiamo portato l’Europa in Serbia””

  1. vale ha detto:

    Intervista interessantissima! complimenti!

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