Riduzione di stipendi pubblici e pensioni, lotta all’economia sommersa, licenziamenti e tagli della spesa nel settore pubblico, sostegno del privato: queste, in sintesi, le misure annunciate dal Premier, ospite stasera della trasmissione Oko.
I tagli a pensioni e stipendi pubblici
Le pensioni e gli stipendi pubblici fino a 25.000 dinari non verranno decurtati, ha detto il Premier: “Ciò significa che la maggior parte dei pensionati, il 60,2%, non verrà toccato dai tagli”. Gli introiti superiori a tale cifra saranno invece molto probabilmente ridotti in modo lineare in media del 10 o 10,5%. Le pensioni tra 25.000 e 30.000 dinari subiranno un taglio del 3,1%; quelle tra 30.000 e 35.000 del 6,2%; quelle da 40.000 del 9%; riduzioni maggiori sono state annunciate per le pensioni superiori ai 60.000 dinari, mentre il taglio massimo (del 15 o 16%) sarà riservato ai pensionati che percepiscono più di 100.000 dinari al mese.
Le altre misure volte al risparmio
Le altre misure proclamate sono la lotta all’economia sommersa (contro la quale il Premier ha annunciato l’intenzione di intensificare la battaglia), il licenziamento delle persone in eccesso nell’amministrazione pubblica (in particolare verranno allontanati coloro che sono legati ai partiti), il taglio delle spese relative a forniture e servizi (per una cifra sui 20 milioni), la diminuzione dei sussidi a determinate aziende statali (come le Ferrovie e Srbijagas), il rafforzamento del settore privato (che al momento deve sostenere l’inefficienza del pubblico, in cui gli stipendi sono mediamente superiori del 40%). Tutte queste misure, ha affermato Vucic, sono tese a risanare “la malata economia serba”; il Premier si attende una crescita già nel 2015, mentre la piena uscita dalla crisi dovrebbe avvenire nel 2016.
“Situazione critica, ma Serbia lontana dalla bancarotta”
La maggior parte della colpa dell’attuale situazione sarebbe da addossare al precedente Governo [quello sostenuto dalla coalizione capeggiata dal DS, ndr.]: tra il 2008 e il 2012, infatti, l’indebitamento sarebbe balzato da 8 a 17,67 miliardi di euro.
Oltre ai tagli alle spese, Vucic ha detto di attendersi maggiori entrate da un aumento degli investimenti, in particolare quelli del settore agricolo, in cui – stando alle parole del Premier – non verranno più sovvenzionati “i magnati”, ma i piccoli agricoltori.
Vucic ha anche aggiunto che i cittadini non devono comunque preoccuparsi, perché la Serbia è ben lontana dalla bancarotta e possiede liquidità fino ad aprile del prossimo anno; egli si è anche detto convinto che durante i tre anni di mandato di questo Governo i cittadini riconosceranno una significativa attività economica, la costruzione di chilometri di strade e il miglioramento delle linee ferroviarie.
La riconoscenza verso gli Emirati e l’elogio di Air Serbia
Vucic ha anche caldamente ringraziato lo sceicco emiratino Muhamed Bin Zaied sia per gli aiuti forniti dal suo Paese in occasione dell’alluvione di maggio, sia per il credito concesso alla Serbia. Lo sceicco proprio in questi giorni si trova a Belgrado, dove ha discusso (e continuerà a farlo nelle prossime ore) con il Premier di investimenti nell’agricoltura, del progetto “Belgrado sull’acqua” e di Air Serbia. La compagnia aerea, ha detto Vucic, è già leader regionale e diventerà un “vero piccolo miracolo” se – dopo un solo anno di attività – andrà in attivo.
Le questioni di politica estera
Vucic ha ribadito che la Serbia non introdurrà sanzioni nei confronti della Russia, perché “la nostra politica è chiara e non cambierà”. Alla domanda se l’intensificazione dei rapporti con la Cina e il summit che si terrà a dicembre a Belgrado possano dare fastidio a qualcuno, il Primo Ministro ha detto di sperare di no.
(RTS, 18.09.2014)