L’insediamento di Vucic alla Presidenza

Il nuovo Presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, si è insediato formalmente nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato numerosi leader e dignitari stranieri, e al margine della quale si sono sollevate molte voci di protesta contro quella che i suoi critici descrivono come una sempre più stretta presa del potere da parte sua nel paese balcanico.

Vucic, 46 anni, aveva già prestato giuramento il 31 maggio, succedendo nella carica a Tomislav Nikolic, con una cerimonia tenutasi in parlamento che, anche in quella occasione, era stata accompagnata a Belgrado da proteste sostenute dalla maggioranza dei partiti e dei leader dell’opposizione.

La cerimonia formale e più vistosa del 23 giugno, organizzata presso il Palazzo di Serbia di Belgrado, sede del governo dell’ex Repubblica federale di Iugoslavia, ha visto la partecipazione di circa 5.000 ospiti, inclusi gli inviati di alto livello degli Stati Uniti e della Russia e dei leader di tutti i Balcani.

Una tempo ultranazionalista, e ministro dell’informazione nell’amministrazione del vigoroso Slobodan Milosevic, Vucic ha consolidato la sua presa sul potere reinventandosi come un riformatore impegnato nella guida della Serbia verso l’adesione all’Unione europea.

Vucic ha conquistato la vittoria alle elezioni presidenziali dello scorso 2 aprile a quasi un anno dalle elezioni parlamentari che hanno consegnato al Partito progressista serbo (SNS), di cui è leader, il controllo sull’intero processo legislativo e di governo.

Alcuni critici hanno avvertito che una tale concentrazione di potere potrebbe spingere il paese balcanico verso l’autocrazia che Milosevic ha incarnato durante il suo decennio al potere.

La delegazione degli Stati Uniti è stata guidata da Hoyt Brian Yee, vice-segretario di stato per gli affari europei ed euroasiatici, mentre la Russia è stata rappresentata dal vice Primo Ministro Dmitry Rogozin. Entrambi hanno avuto occasione di incontrare Vucic il 23 giugno.

Anche i presidenti di cinque paesi limitrofi – Slovenia, Croazia, Macedonia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina (compresi quindi tutti e tre i membri della presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina) – hanno assicurato la propria presenza, incontrando Vucic durante la cerimonia.

La Germania è stata rappresentata dall’ex cancelliere Gerhard Schroeder. Pechino ha inviato il vicepresidente del Comitato permanente del Congresso Nazionale della Cina, Ji Bingxuan, come suo rappresentante.

Sono stati inoltre presenti alti funzionari di Ungheria, Romania, Bulgaria, Italia, Grecia, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia e Austria.

Tuttavia, numerosi politici dell’opposizione serba hanno boicottato la cerimonia e hanno organizzato una protesta nel centro della città di Belgrado.

Mentre Vucic si impegna a preparare una nazione di 7,3 milioni di persone per l’adesione all’Unione europea entro il 2019, si oppone anche alla sua adesione alla NATO e sta spingendo verso legami economici e diplomatici più profondi con la sua alleata di lunga data, la Russia.

Incontrando Rogozin in vista dell’inaugurazione, Vucic ha promesso che la Serbia non aderirà alle sanzioni occidentali imposte alla Russia per le politica adottata in Ucraina, nonostante l’UE abbia ripetutamente invitato Belgrado ad allineare le proprie politiche estere se vuole aderire al blocco.

All’inizio di giugno, Vucic ha conquistato il plauso per aver nominato Primo Ministro l’attuale Ministra della Pubblica Amministrazione e del governo locale, Ana Brnabic.

La mossa ha reso Brnabic la prima primo ministro apertamente gay nella regione balcanica e la prima donna serba a ricoprire la più alta carica nel governo.

La sua nomina nella squadra di governo l’anno scorso era già stata acclamata dai gruppi che si battono per la difesa dei diritti LBGT nel paese balcanico, nel contesto del quale spesso la comunità gay deve confrontarsi con discriminazioni, molestie e violenze.

Vucic ha promesso di rafforzare i diritti dei gay nell’ambito degli sforzi per avvicinarsi all’adesione all’UE.

(RFE/RL’s Balkan Service 23.06.2017)

http://www.balkaninsight.com/en/article/serbian-parliament-sets-out-to-change-ministries-law-06-23-2017

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