La legge sulla proprietà digitale, che regola l’area della proprietà digitale e degli affari in Serbia, è entrata in vigore ieri. “Le risorse digitali, ovvero le risorse virtuali, secondo la Legge, sono le registrazioni digitali di valore che possono essere acquistate, vendute, scambiate o trasferite digitalmente e che possono essere utilizzate come mezzo di scambio o a scopo di investimento; le risorse digitali non includono le registrazioni di valute che sono mezzi legali di pagamento e altre attività finanziarie che sono regolate da altre leggi, salvo quando diversamente disciplinato da questa legge”, ha affermato il Ministero delle finanze in una nota.
Il Ministero sottolinea che esistono due tipi di risorse digitali: valuta virtuale e token digitale. “I token digitali sono particolarmente importanti come forma di finanziamento alternativo per aziende e startup giovani e innovative. Le valute virtuali, con i bitcoin come rappresentante più famoso a livello globale, sono mezzi di scambio innovativi che non vengono emessi e garantiti dalle banche centrali, a differenza della moneta ordinaria”, si legge nel comunicato.
La legge introduce l’istituto del “foglio bianco” in relazione alla questione dell’emissione di asset digitali, che secondo la prassi internazionale, è un documento che l’emittente è tenuto a pubblicare e che contiene informazioni che consentono agli investitori di prendere decisioni di investimento e valutare rischi di investimento in asset digitali.
Quando si tratta di fornitori di servizi relativi agli asset digitali, la legge introduce l’istituto delle licenze, nonché il capitale sociale minimo che una società è obbligata ad avere quando richiede una licenza per fornire servizi relativi agli asset digitali. La Banca nazionale della Serbia e la Commissione per i titoli sono state designate come organi di vigilanza nella legge sulla proprietà digitale, ricorda il Ministero delle finanze.
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