Solo a Belgrado, Novi Sad, Nis e Kragujevac ci sono circa 1200 cantieri edili abbandonati e anche se, secondo la legge, dopo cinque anni possono essere revocati, molte autorità locali non lo fanno.
Gli investirori sostengono che in Serbia è sempre più difficile trovare un luogo dotato di infrastrutture per l’edilizia, con un assetto proprietario inequivoco e tuttavia il numero dei cantieri abbandonati è in crescita. La maggior parte dei cantieri abbandonati si trova in località eccellenti della capitale, mentre gli esperti ritengono che si debba creare una base giuridica affinché un investitore possa completare la costruzione avviata.
“A proposito di alcune località, il problema è che ci sono più soggetti interessati i quali, per qualche motivo, ritardano a causa dei contenziosi” Alcune autorità locali propongono soluzioni, in particolare per le società che sono in fallimento. “Attualmente stiamo parlando con il Ministero delle Finanze al fine di risolvere il problema di tali imprese affinché i siti di tali aziende in fallimento non diventino oggetto di scambi commerciali da parte dei curatori fallimentari, ma che siano restituiti alle città e che i curatori fallimentari possano prendere denaro dalla massa fallimentare che le aziende hanno investito per costruire in quei “, ha detto il capo dell’amministrazione comunale di Belgrado Goran Vesic.
“Il fatto è che abbiamo un sacco di questi casi, che abbiamo molte aziende, innanzitutto l’immobiliare “Jugoexport” nel pieno centro di Belgrado, che da anni è in fallimento e nessuno vi risiede, tranne i curatori fallimentari”, spiega il direttore dell’Agenzia per le privatizzazioni Ljubomir Subara, il quale ritiene che ora tocchi all’amministrazione locale di evidenziare i cantieri abbandonati e offrirli ai potenziali investitori, facendosi rimborsare le tasse.
RTS 27.04.2015