Secondo l’Istituto statistico nazionale della Serbia (RZS) il tasso di povertà in Serbia è al 24,6% mentre i dati delle ricerche internazionali indicano che quasi la metà della popolazione vive sotto la soglia della povertà.
Secondo le statistiche ufficiali in Serbia circa un quarto della popolazione, ovvero 1,8 milioni di individui, vive in povertà, mentre gli esperti dichiarano che per la tanto attesa mappa della situazione sociale del paese non ci sono né persone né soldi,mentre le autorità competenti affermano di star preparando una nuova strategia per la lotta alla povertà.
Zarko Šunderić, responsabile dell’Unità governativa per l’inclusione sociale e la riduzioen della povertà, ricorda che vi è stata una strategia governativa sul tema tra il 2003 e il 2009. in quell’ambito vi era l’obiettivo di dimezzare il numero dei poveri entro il 2008, risultato raggiunto, ma poi la crisi economica globale ha di nuovo portato a un incremento di tale numero. Šunderić afferma che il nuovo piano si chiamerà Programma di riforma nel campo dell’occupazione e delle politiche sociali.
La cattiva situazione che il nuovo Programma dovrà affrontare è illustrata dagli ultimi dati del RZS, che indicano i serbi poveri nel 24,6% della popolazione, la percentuale più alta in Europa, sopra la Grecia con il 23,1%, la Romania con il 22,6, la Spagna con il 22,2% e la Bulgaria con il 22,1%. “Queste persone non sono necessariamente povere, ma vivono un alto rischio di diventarlo. Il rischio povertà nel 2012 era fissato sotto la soglia di 13,680 dinari al mese per una famiglia mononucleare, a 24.624 dinari per una famiglia di due persone e a 28,728 dinari per una famiglia composta da tre persone”, afferma Tijana Comic, dell’istituto di statistica.
Nada Novakovic, ricercatrice all’Istituto di scienze sociali, sottolinea che le ricerche su scala mondiale indicano che la metà della popolazione serba vive male. “Le persone vulnerabili non possono sperare in un aiuto perché innanzitutto non vi è nessuno che censisca l’1,8 milione di persone che vive in povertà. Lo Stato destina ai poveri sempre meno e deve ancora chiarire che modello di politica sociale intende percorrere”.
“Nella nostra legge domina il modello anglosassone che vede nel povero un perdente incapace di prendersi cura di sé e degli altri e di contribuire alla società. D’altra parte per noi sarebbe più affine il modello tedesco di economia sociale di mercato, dove le risorse sono più cospicue e distribuite in maniera più equa”.
La Novakovic evidenzia anche che nel 2013 secondo le statistiche il numero dei serbi ricchi è aumentato. “Questo implica che lo Stato li sostiene. Se lo Stato vuole dunque attuare le riforme deve prima riformare se stesso”.
(Politika, 07.09.2014)