Nonostante il progetto “Jadar” sia stato definito nell’opinione pubblica serba come l’investimento del secolo, i residenti di Loznica e dei luoghi circostanti sono preoccupati del fatto che la società “Rio Tinto”, responsabile del progetto, li “avvolgerà di fumo nero”.
Gli esperti di questa società anglo-australiana hanno condotto molti anni di ricerca sul minerale della jadarite (sodio-litio-borosilacato) e l’hanno trovato nel bacino del fiume Jadar in Serbia, da cui prende il nome.
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In quell’occasione, come hanno riferito i media a febbraio, la Premier Ana Brnabić ha visitato il sito della “Rio Tinto” e ha valutato che questo sforzo è importante non solo per Loznica, ma per l’intero Paese. In quell’occasione ha espresso la speranza che la costruzione dell’impianto chimico inizi alla fine del prossimo anno.
Tuttavia, molti residenti di Loznica non sono d’accordo, sostenendo che, se si realizzerà, li attende una catastrofe ecologica.
Miodrag Stanisic di Osecina dice che gli scavi nella miniera influenzeranno l’inquinamento dell’ambiente, e che ci saranno più danni che benefici, e aggiunge di aver partecipato alle proteste contro la costruzione.
“Siamo a una quindicina di chilometri in via aerea dalla futura miniera, qui c’è una fertile pianura, e nell’ultimo anno e mezzo la ricerca è stata condotta tre o quattro volte alla settimana dai rappresentanti della società “Rio Tinto”. Gli scavi sono previsti nel bacino dei fiumi Kolubara e Korenite e saranno di 40 metri. Questo in pratica significa che tutto sarà all’aperto e i rifiuti saranno smaltiti in superficie”.
Stanisic sottolinea di essersi informato nei siti stranieri sulla tecnologia di estrazione del minerale, che secondo tutti gli indicatori è piuttosto sporca, e la possibilità di un incidente ambientale è molto alta. Presume che molti cittadini siano disinformati, motivo per cui tacciono.
“Sono un economista di professione e penso che questi effetti saranno molto negativi, i minatori sono mal pagati e non credo che ne trarremo vantaggio”, ha concluso Stanisic.
Vladan Jakovljević ha la stessa idea, e dice che siccome per la sua famiglia di cinque persone non c’era possibilità di lavoro a Loznica, ha iniziato l’apicoltura.
“Una nuvola nera e velenosa aleggia sulle mie api e sulla mia esistenza, e con la scomparsa delle api anche gli abitanti qui non se la passeranno bene. Non sono un membro del partito e il mio no alla miniera è una posizione personale nell’interesse di preservare la qualità dell’acqua, del suolo e dell’aria. In una parola, la salute, soprattutto per i nostri figli”.
Marija Alimpić dell’associazione “Proteggiamo Jadar e Radjevina” ricorda che la “Rio Tinto” ha scoperto nel 2004 depositi di borato e litio i quali sono nella lista delle “materie prime critiche”. Secondo lei, durante i 15 anni di ricerca, l’azienda ha tenuto impatti tecnici, ambientali e sociali del progetto sotto segretezza. L’azienda presenta la jadarite come un minerale unico e afferma di aver sviluppato tecniche di lavorazione speciali, anche se nessuno ne ha ancora notizia.
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