L’analisi dei risultati delle attività della catena della grande distribuzione belga Delhaize, in cui le ragioni delle forti perdite vengono individuate nel declino del potere d’acquisto e della domanda come anche nella crescita dell’inflazione che impatta su tutto il settore commerciale, evidenzia come di anno in anno in Serbia si vive in maniera sempre più modesta, con un potere d’acquisto che è la metà di quello del Montenegro.
Una recente ricerca della società Gfk ha fatto notare che per 7,2 milioni di abitanti in Serbia vi è un potere d’acquisto di 22 miliardi di euro, pari a 3,032 euro pro capite. Nella regione di Belgrado, dove vive il 23% della popolazione serba, vi è il 30% del potere d’acquisto nazionale, con una media di 3891 euro a persona, il 28% in più della media nazionale. Sopra la media nazionale vi è anche il distretto della backa del sud, attorno a Novi sad in Vojvodina. Tutte le altre aree del paese sono sotto la media nazionale, in particolar modo il sud est del paese.
Un’altra ricerca del sito Makroekonomija.org ha dimostrato che lo scorso anno il costo della vita, in particolare il cibo, è stato in Serbia del 12,9% più alto della media regionale. In particolar modo sono cresciuti i prezzi del tabacco, delle bevande alcoliche e analcoliche, del caffé e dei mobili.
Tra le 42 nazioni europee oggetto della ricerca al primo posto per potere d’acquisto pro capite si è piazzato il Liechtenstein con 58.844 euro, seguito dalla Svizzera con 36.352 euro e dalla Norvegia con 31.707. All’ultimo posto la Moldova con 1.284 euro.
(Economy.rs, 12.11.2013)