“La visita dei rappresentanti di una chiesa è un evento significativo e non ci vedo nulla di male, ma l’importante è che egli (NdT: il Papa) venga come capo di uno Stato (NdT: Città del Vaticano) o come vescovo di Roma”, ha dichiarato il patriarca della chiesa ortodossa serba Irinej, intervistato, in occasione del natale ortodosso, dal sito web russo Sputnik in merito alla possibile visita di Papa Francesco in Serbia.
Per quanto riguarda la lettera che la chiesa ortodossa serba ha inviato a Papa Francesco in occasione dei tentativi di canonizzazione di Alojsie Stepinac, arcivescovo di Zagabria durante la seconda guerra mondiale e il genocidio dei serbi, il Patriarca ha affermato che nella lettera c’è scritto quello che la chiesa ortodossa serba sa di Stepinac e che il Papa ha propostodi nominare una commissione che studi il caso. “Egli stesso è interessato a capire le ragioni per cui tra due popoli cristiani e vicini (il croato e il serbo) vi è attualmente un tale odio e inimicizia come si sono manifestati in tempi recenti e a formare una commissione per capire le radici di tutto questo”, ha dichiarato Irinej., il quale ha aggiunto che i crimini contro i Serbi in Croazia sono una delle ragioni per cui la visita del pontefice romano è stata così ritardata.
Il patriarca ha anche aggiunto che la situazione dei serbi in Kosovo è ancora pesante perché molti di essi non possono rientrarvi perchè hanno visto le loro abitazioni distrutte o le loro proprietà usurpate. “La chiesa serba è l’unica a proteggere in Kosovo le cose sacre dalla distruzione e per risolvere la questione della posizione e delle proprietà della chiesa ortodossa serba in Kosovo è necessario coinvolgere le assise internazionali quali l’Unione europea o le Nazioni Unite”.
(Vecernje Novosti, 07.01.2016)