Giovedì il Parlamento serbo ha approvato le due controverse leggi sui media, che consentirebbero allo Stato di riprendere la proprietà dei media, nonostante le promesse contrarie.
La legge sull’informazione pubblica e i media e la legge sui media elettronici sono state approvate dopo un acceso dibattito durato tre giorni.
La legge sull’informazione pubblica e i media è stata approvata con 142 voti a favore, 18 contrari e 15 astensioni. Le modifiche alla legge sui media elettronici sono state sostenute da 144 deputati; 14 erano contrari e 15 si sono astenuti. Il Parlamento serbo ha 250 seggi, di cui 86 sono occupati dai partiti di opposizione.
La Legge sull’informazione pubblica e i media stabilisce che gli editori o i produttori di contenuti mediatici non possono essere “stabiliti, direttamente o indirettamente, dalla Repubblica, da una provincia autonoma [della Serbia] o da un’unità di governo locale, o da un’istituzione o da un’entità legale che è interamente o parzialmente di proprietà pubblica, cioè che è interamente o parzialmente finanziata da entrate pubbliche”.
Tuttavia, la legge prevede eccezioni nel caso in cui il fondatore del media sia “una società di capitali che svolge attività di comunicazione elettronica, in conformità con la legge che regola i media elettronici”.
Questa eccezione, in pratica, consentirebbe allo Stato di possedere e controllare legalmente i media attraverso la società di telecomunicazioni Telekom Serbia, di cui detiene una quota di maggioranza, contrariamente alla Strategia per i media del governo che afferma specificamente che lo Stato deve rinunciare alla proprietà dei media.
Attualmente, Telekom Serbia, attraverso una rete di filiali, possiede il canale televisivo Supernova, il canale televisivo Arena e parte di Euronews Serbia.
L’organizzazione di vigilanza Transparency Serbia ha dichiarato che, nonostante un emendamento in fase di commissione parlamentare, una questione che rimane non affrontata dall’emendamento alla legge sui media elettronici è quella delle “questioni relative alle attività promozionali dei funzionari pubblici” – i funzionari che utilizzano l’accesso ai media dato loro dalla loro posizione per fare campagna elettorale.
Il Rapporto 2023 del Parlamento europeo sulla Serbia ha evidenziato che la maggioranza di governo ha minato la libertà dei media, mentre allo stesso tempo il Paese è diventato un “porto sicuro” per le aziende russe che diffondono disinformazione, tra cui Russia Today.
Lo stesso rapporto solleva preoccupazioni sul finanziamento statale di Telekom Srbija, che secondo il rapporto “conferisce alla società un vantaggio competitivo sleale e contribuisce al declino delle condizioni dei media indipendenti in Serbia”.
(Direktno.rs, 27.10.2023)
https://direktno.rs/politika/495762/narodna-skupstina-zakon-o-javnom-informisanju-i-medijima.html
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