Il Consiglio anticorruzione, sebbene istituito come organo consultivo del governo serbo, non è mai stato gradito a nessun governo a causa delle critiche e delle rivelazioni fatte su tentativi di corruzione. Rispetto ai precedenti, però è evidente ora l’intenzione del partito di questo governo di chiudere l’organismo; dal 2012 ad oggi infatti il governo non ha nominato neanche uno dei membri proposti dal Consiglio.
Secondo una decisione del governo serbo, l’organo istituito nel 2001 su raccomandazione dell’UE, dovrebbe avere un totale di 13 membri. Il Consiglio però non è stato in grado di raggiungere questo numero dal 2012. E il motivo è semplice: per ben 9 anni il governo non ha mai nominato nessun nuovo membro su proposta del Consiglio. Ora ha un totale di 6 membri, di cui 2 sono stati nominati dalla Premier Ana Brnabić, senza un consulto con il Consiglio.
Se si segue alla lettera la legge, pratica sempre più rara per l’attuale governo, i membri di questo organo dovrebbero essere nominati dal governo, ma solo su proposta del Consiglio, cosa che non avviene dal 2012. Il vicepresidente del Consiglio per la lotta alla corruzione, Miroslav Milićević, spiega al quotidiano “Nova” che gli ultimi 2 membri del Consiglio sono stati nominati nel 2017, su proposta del ministero della Giustizia, e non su proposta di membri del Consiglio, che è una violazione delle regole.
“Da tempo, più precisamente dal 2012, il Consiglio in base al proprio regolamento interno, sottopone al governo una decisione sulla proposta di nomina dei nuovi membri, in base alla quale lo stesso deve formulare un decisione. Sfortunatamente, il Consiglio non ha mai ricevuto risposte dal governo se le proposte presentate siano state prese in considerazione e i nuovi membri proposti dal Consiglio non sono mai stati accettati”.
Nel febbraio 2021 il governo ha fatto arrivare una risposta dal capo di gabinetto di Ana Brnabić, Miloš Popović, in cui si diceva che che dei 5 candidati proposti, tra cui il professore della Facoltà di Filosofia Ognjen Radonjić, 3 non erano accettabili perché criticavano il governo. A causa di ciò, il Commissario per la protezione dell’uguaglianza ha dichiarato discriminatorio il comportamento del capo ufficio della Premier Ana Brnabić.
È interessante che ad oggi non siano comunque stati nominati i candidati per i quali il capo di gabinetto aveva dato il via libera, anche se da allora sono trascorsi 7 mesi. “In diverse occasioni, il Consiglio ha cercato di mettersi in contatto con l’ufficio della Premier ma purtroppo senza successo”, spiega Milicevic.
Alla domanda se ciò significhi che il governo sta praticamente chiudendo il Consiglio, Milicevic ha risposto: “Dalla sua istituzione fino ad oggi, il Consiglio ha svolto e svolgerà la sua funzione a beneficio dei cittadini della Serbia. Se il Consiglio verrà chiuso o meno è una domanda per il governo, non per il Consiglio. Le raccomandazioni della Commissione europea e del Piano d’azione per il capitolo 23 prevedono che il Consiglio continui a svolgere le attività assegnate”.
Questo significa che il governo, se vuole rimanere sulla strada europea, non deve chiudere questo organismo, anche se sembra faccia di tutto per ostacolarne il lavoro. Rapporti su tentativi di corruzione sistemica, assieme a conclusioni e raccomandazioni, vengono sistematicamente inviati al governo ma nessuno sa se vengono presi in considerazione e nessuno finora ha chiarito dall’ufficio della Premier.
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