“La Serbia non ha semplicemente rilevato Air Serbia da Etihad Airways, ma il governo serbo ha pagato per questo. Non sappiamo quanto sia costata l’intera transazione e perché il governo serbo l’abbia fatta”, ha dichiarato il professore di economia Miodrag Zec.
È difficile, come ha detto, valutare il motivo per cui Etihad ha venduto la sua quota in Air Serbia, perché mancano mille e uno indicatori per parlare in dettaglio della transazione, dato che tutti i progetti governativi su larga scala “sono avvolti nella segretezza”.
“Quello che il pubblico dovrebbe chiedere di sapere è quanto denaro dei contribuenti è stato speso per questa transazione”, ha aggiunto il professor Zec.
Ha poi ricordato che la Serbia ha anche dato in concessione la gestione del suo aeroporto principale, mentre avrebbe potuto gestirlo autonomamente e tenerne i proventi.
L’acquisizione da parte di Etihad di una quota di Air Serbia ha reso l’aeroporto di Belgrado non competitivo per altre compagnie. Ha sottolineato che il biglietto aereo per Tivat costa 200 euro e per Porto 70 euro, anche se Tivat è geograficamente molto più vicino a Belgrado. Ha inoltre sottolineato che Etihad non ha permesso ai vettori low-cost di utilizzare l’aeroporto di Belgrado, ma li ha costretti a utilizzare gli aeroporti di Niš e di altre città.
Nemanja Nenadić di Transparency Serbia ha affermato che il Paese ha stipulato il “famoso accordo interstatale con gli Emirati Arabi Uniti (da cui proviene Etihad) senza aver prima indetto una gara d’appalto legalmente richiesta”.
Egli sottolinea anche che Air Serbia ha risultati commerciali migliori rispetto al suo predecessore JAT (Yugoslav Airlines).
“Ma questi risultati sono dovuti agli investimenti statali, con l’azzeramento di molti debiti di Air Serbia e la costante concessione di sussidi statali alla compagnia”, aggiunge Nenadić.
(Seebiz.eu, 17.11.2023)
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