Il giorno dopo le elezioni: speculazioni e incertezze

Il giorno dopo il trionfo elettorale del SNS, iniziano le speculazioni sui possibili incarichi nel nuovo esecutivo e si prospettano già le possibili insidie di questa schiacciante vittoria.

Vucic, nella notte del trionfo, ha posto il primo maggio come termine ultimo per la formazione del Governo, mentre ieri Nebojsa Stefanovic, vicepresidente del partito, ha detto che l’esecutivo potrebbe essere già pronto entro la metà di aprile. La verità è che, forti di 1,7 milioni di consensi, i progressivi possono formare il Governo anche in tempi più brevi: senza il bisogno di ricorrere a negoziati per eventuali coalizioni, contrattazioni su Ministeri e dirigenza delle imprese pubbliche, bisogna solo adempiere alle procedure post-elettorali di rito. E’ vero che Vucic ha sottolineato la volontà di includere nei processi decisionali il maggior numero possibile di forze politiche e civili, ma – con i numeri ottenuti – nessun partito è decisivo per le sorti del nuovo Governo e il futuro Premier (così lo ha già ribattezzato il Presidente Nikolic) può benissimo offrire a proprio piacimento cariche e posizioni con la formula “prendere o lasciare”. Pur avendo, domenica notte, ribadito questa disponibilità, Vucic ha comunque già posto dei paletti: alla domanda su un’eventuale apertura a Dinkic, il presidente del SNS ha risposto di non aver parlato di cariche ministeriali e ha aggiunto che “ciò non è realistico, e ciò che non è realistico non si avvera”, lasciando intendere che il leader dell’URS non farà parte dell’esecutivo.

La lunga lista dei possibili partner di Governo

I possibili partner di Governo sono molti, a cominciare dai socialisti, che si sono piazzati secondi nella gara elettorale; altri possibili compagni di coalizione sono i Partiti delle minoranze nazionali e, ancora di più, il NDS di Boris Tadic. Sulla nuova formazione dell’ex Presidente della Repubblica si è molto speculato durante la campagna elettorale, visto che giravano voci che ci fosse già un accordo per lasciare al NDS i temi della cultura e dell’educazione, ma anche Ministeri come quello degli Interni o quello degli Esteri. Tadic si è mostrato particolarmente scocciato per queste insinuazioni e ha detto che non sono mai esistiti accordi segreti con il SNS.

Sul fronte socialista, quando la vittoria del SNS si è profilata certa, Dacic si è affrettato a raggiungere la sede del partito di Vucic: ufficialmente per fare i propri complimenti, ma voci ufficiose prospettano come realistica l’ipotesi dell’ingresso del SPS nel nuovo esecutivo. Le forti differenze rispetto al Governo precedente sono due: al partito socialista saranno lasciate le briciole, mentre i suoi alleati (il PUPS, partito dei pensionati, e il JS, la formazione di Dragan Markovic Palma) non avranno più alcun ruolo. La carta che potrebbe essere giocata dal SPS è quella della sua vocazione filorussa: al nuovo Governo potrebbe far comodo avere al proprio interno personalità che sono considerate vicine a Mosca. E proprio ieri, in una dichiarazione all’agenzia Tanjug, l’Ambasciatore russo Cepurin si è augurato che nel nuovo Governo siano presenti forze e partiti ben disposti verso il proprio Paese.

Anche i leader dei partiti che rappresentano le minoranze nazionali hanno subito espresso il proprio interesse a entrare nella nuova formazione che governerà la Serbia. Istvan Pastor della Federazione degli ungheresi di Vojvodina (che hanno conquistato sette deputati), Riza Haljimi del Partito di Azione Democratica che rappresenta gli albanesi (due deputati) e Sulejman Ugljanin del SDA dei bosgnacchi del Sangiaccato (tre deputati) hanno – a vario titolo e con differenti argomentazioni – ribadito la propria disponibilità a contribuire al governo nazionale. Ugljanin. in particolare, in una dichiarazione a Tanjug ha ricordato che la propria formazione ha dato “legittimità democratica” al SNS e al SPS di fronte alla minoranza musulmana; il problema è che Rasim Ljajic, Ministro uscente delle Telecomunicazioni e del Commercio e leader dell’altra formazione che rappresenta i bosgnacchi della zona di Novi Pazar. in una recente intervista ha detto di non voler nemmeno sedere nella stessa stanza con Ugljanin. E il partito di Ljajic, lo ricordiamo, fa parte della coalizione del SNS.

Ministeri: Krstic, Mihajlovic e Selakovic le probabili riconferme

aleksandar-vucic-sns-srpska-napredna-stranka-slavlje-pobeda-izbori-izbori-1395004351-463149Ieri, intervistato dalla tv B92, Stefanovic ha detto che il SNS non intende governare da solo, ma il numero due del partito non ha voluto fare nomi sui possibili Ministri. Stando comunque a precedenti dichiarazioni di Vucic, i Ministri che dovrebbero mantenere i propri incarichi sono Lazar Krstic (Finanze), Zorana Mihajlovic (Energia, nel caso Sinisa Mali diventi Sindaco di Belgrado), Nikola Selakovic (Giustizia), Tasovac (Cultura, ma la decisione riguarda l’interessato, che proprio ieri è stato eletto presidente dell’orchestra filarmonica del Teatro nazionale di Belgrado), così come i partner di coalizione (Rasim Ljajic alle Telecomunicazioni, Velimir Ilic alle Infrastrutture e Aleksandar Vulin al dicastero dedicato al Kosovo).

Eventuali pericoli di una vittoria schiacciante

D’altra parte, la volontà di formare un Governo il più ampio possibile potrebbe anche mostrare la consapevolezza di alcuni possibili pericoli che attendono la formazione di Vucic dopo il trionfo di domenica. Intervistato da Radio Free Europe, Florian Bieber (direttore del Centro per gli studi sull’Europa Sud-Orientale dell’Università di Graz). ha portato l’esempio della vittoria di Viktor Orban in Ungheria per dimostrare quanto sia pericoloso che un unico partito abbia il potere assoluto: “E’ rischioso perché non ci sono istituzioni abbastanza forti per controllare il Governo, che creino il necessario equilibrio. Se al posto di una coalizione governa un solo partito, quest’ultimo ritiene di poter decidere su tutto. Soprattutto quando lo stesso partito è dominato da una sola persona, come nel caso di Vucic. Non è mai un buon segno, anche quando le intenzioni possono essere buone”. Bibier ha fatto notare che, nonostante Vucic abbia buoni rapporti con la maggior parte dei Governi europei e delle istituzioni mondiali (come il FMI e la Banca Mondiale), la sua gestione del potere sarà osservata attentamente, perché una situazione come quella che si è creata in Serbia non è comune in Europa.

Anche la società civile attende le mosse di Vucic

Maja Bobic, segretaria del Movimento Europeista, ha dichiarato all’agenzia Beta che “il dominio di un solo partito può contribuire alla stabilità che è richiesta dal processo di integrazione europea, soprattutto in un Parlamento in cui non entreranno formazioni che sono contro l’ingresso del Paese nella UE”. Transparency Serbia ritiene che la situazione attuale profili una nuova occasione per la Serbia, ma che il Governo di un solo partito possa anche portare a nuovi rischi per la lotta alla corruzione.

(Politika, 18.03.2014)

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