Il Consiglio fiscale critico sulle misure anti-Covid adottate in precedenza dal governo

Il Consiglio fiscale serbo, dopo un’analisi delle misure di bilancio anti-crisi adottate dal governo durante la pandemia, rivela che una nuova crisi è possibile in Serbia quest’anno e che i due miliardi di euro spesi irrazionalmente durante il Covid-19 sarebbero stati ora molto utili.

Le finanze pubbliche della Serbia si possono considerare ancora stabili in linea di principio, ma una spesa eccessiva e troppo indiscriminata nei due anni precedenti ha portato a dei danni, riferisce l’analisi. “Non solo l’aumento del debito pubblico di circa due miliardi di euro è superiore al necessario, a causa di una spesa indiscriminata, ma i meccanismi di politica economica disponibili in una possibile nuova crisi sono stati inutilmente ridotti”, ha affermato il Consiglio fiscale.

La guerra in Ucraina, con la già presente alta inflazione e la crisi energetica, comporterà una nuova instabilità economica nei Paesi europei, a cui seguirà una crisi sanitaria. Secondo il Consiglio, per il pacchetto di misure anticrisi durante la pandemia, la Serbia ha fornito il 55% in più dai fondi di bilancio rispetto ai Paesi comparabili dell’Europa centrale e orientale (CEE), ovvero il 10,4% del prodotto interno lordo (PIL), un record in relazione a tutti gli altri Paesi che hanno speso in media il 6,7% del proprio PIL.

I fondi di bilancio stanziati per sostenere l’economia in Serbia sono stati troppo elevati, cosa che ha salvato l’occupazione, ma il problema è stato la loro distribuzione irrazionale, ha affermato il Consiglio, spiegando che si dovrebbero trarre lezioni dagli errori precedenti perché la nuova crisi in arrivo richiederà forti interventi di bilancio. “Le finanze pubbliche della Serbia hanno sopportato un peso enorme durante la crisi sanitaria, di circa 5,4 miliardi di euro. La pandemia ha richiesto un forte aumento delle spese di bilancio per la salute, ma anche per sostenere l’economia e la popolazione in pericolo, e i fondi sono stati forniti tramite prestiti, motivo per cui il debito pubblico della Serbia è aumentato di circa sei miliardi di euro dalla fine del 2019 alla fine del 2021”.

Nei Paesi CEE, in media, circa il 75% degli aiuti di Stato versati è stato destinato alle imprese colpite dalla crisi il cui fatturato era sceso dal 20 al 50%, o in aree particolarmente colpite, come il turismo; in Serbia invece meno del 10% dei fondi sono stati destinati ad attività particolarmente colpite, turismo, ristorazione, vettori di autobus, autonoleggio, e oltre il 90% dei fondi è stato distribuito indipendentemente dalla vulnerabilità dell’azienda. Le misure destinate anche a residenti non socialmente in pericolo, dipendenti regolari, pensionati con pensioni superiori alla media e categorie simili, fanno si che sia stato speso per l’assistenza alla popolazione in Serbia nel 2020 e nel 2021 quasi quattro volte di più rispetto agli altri Paesi.

https://beta.rs/ekonomija/ekonomija-srbija/162236-fiskalni-savet-srbiji-bi-sada-dobrodosle-dve-milijarde-evra-koje-su-neracionalno-potrosene

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