Il CEFTA non era informato della guerra doganale intrapresa da Pristina

Né la Serbia né il Kosovo hanno fino ad ora informato il CEFTA riuardo l’introduzione delle tasse iposte dai kosovari sui beni serbi, afferma il direttore del Segretariato CEFTA Emir Djikic e aggiunge che ritiene le misure di Pristina atti politici.

Alla domanda su che cosa può fare il CEFTA in questa situazione, Djikic ha risposto a Tanjug: “La cosa migliore per entrambe le parti sarebbe di risolvere i conflitti tra di loro e continuare con l’attuazione del CEFTA e del piano d’azione pluriennale di Trieste“.

Il direttore del Segretariato CEFTA, la cui sede è a Bruxelles, afferma che cio che il Segretariato può fare e quello che farà, è quello di invitare le parti a “calmarsi de agire nel quadro dell’accordo e attraverso i meccanismi previsti dal contratto tentare di superare la nuova situazione”.

“Le parti hanno la possibilità di avviare, in sede di comitato congiunto, le consultazioni su tali misure. Possono ricorrere alla mediazione o alla denuncia, qualora ritengano che i loro diritti siano stati violati, e allora si va davanti al tribunale dell’Aia”, spiega Djikic.

Per “le parti” ci si riferisce a Pristina, Belgrado e Sarajevo, anche se è stata Pristina a rompere l’accordo CEFTA con la sua mossa.

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Il Segretariato CEFTA per Tanjug ha detto che finora nella storia del CEFTA non era mai successo che una delle parti introducesse misure per l’intera tariffa doganale, come ha fatto il Kosovo per le merci provenienti dalla Serbia e dalla Bosnia.

“Pristina dovrebbe notificare questa misura se vuole continuare a rispettare l’accordo CEFTA, e le altre due parti possono chiedere a noi l’aiuto per rivendicare i propri diritti ai sensi del Contratto e dei meccanismi esistenti per la risoluzione delle controversie all’interno del CEFTA. Questo non è stato ancora chiesto da nessuna delle parti”, ha detto Djikic

Egli ha aggiunto che la prossima riunione ordinaria del CEFTA si terrà verso i primi di dicembre a Pristina, e potrebbe essere l’occasione per risolvere questa disputa all’interno del CEFTA, ma la Serbia e la Bosnia hanno già annunciato che non parteciperanno a nessuna riunione del CEFTA fino a quando il Kosovo non ritirerà le sue misure.

Il direttore del Segretariato CEFTA afferma inoltre che è deplorevole che tutti i progressi realizzati nel CEFTA durante l’anno siano stati ridotti a causa di una connotazione negativa in cui il CEFTA viene ora menzionato a causa delle misure introdotte dal governo del Kosovo.

Alla domanda di Tanjug su come comenta l’ultimo annuncio del primo ministro albanese Edi Rama sulla “unione doganale” di cui ha parlato nella seduta congiunta dei governi di Kosovo e Albania, il Segretariato CEFTA ha detto che non gli è chiaro di quale iniziativa “integrazione profonda” parla Rama.

“Il CEFTA è un accordo internazionale che si occupa della regolazione dei rapporti. Già in precedenza ci sono stati tentativi di  stabilire diverse unioni doganali, ma ciò che è valido al momento è solo l’accordo preso dal primo ministro di Trieste nel 2017“, ha concluso Djikic.

http://www.rtv.rs/sr_lat/ekonomija/aktuelno/cefta-jos-neobavestena-o-objavi-carinskog-rata-pristine_970198.html?fbclid=IwAR0Hg5tA51MDl3VaMjm4Csq5PMHVBgxZ6PwBlJJB1rI6ONbRsl3z6TRLoWk

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