Il 52% dei serbi a favore di un intervento armato in Kosovo

La ricerca del Centro di politica di sicurezza di Belgrado (BCBP), che è stata trasmessa oggi dal portale “Kossev”, svela che il 52% dei cittadini ritiene che la Serbia dovrebbe intervenire militarmente in Kosovo e Metohija in caso di conflitto, mentre il 47% degli intervistati si unirebbe personalmente a tale azione. Il 70% degli intervistati crede tuttavia che non ci sarà alcun conflitto armato nei Balcani nei prossimi cinque anni.

Tra le più importanti priorità di politica estera, i cittadini vedono la conservazione del Kosovo e Metohija come parte della Serbia, rafforzando la cooperazione con i Paesi vicini e con la Russia.

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Circa due terzi degli intervistati ritiene che sia possibile una pace duratura tra serbi e albanesi, mentre la metà degli intervistati ritiene che sia possibile raggiungerla solo in caso di una soluzione pacifica della controversia sullo status del Kosovo.

Il sondaggio ha anche mostrato che il 54% degli intervistati è preoccupato che in futuro venga creata una Grande Albania, il 40% ha affermato che gli albanesi del Kosovo hanno il maggior interesse ad iniziare un conflitto nei Balcani e il 25% ha menzionato la NATO in questo contesto.

Circa il 58% degli intervistati ritiene che la “Republika Srpska” dovrebbe separarsi dalla Bosnia-Erzegovina e diventare parte integrante della Serbia, con la “vasta” maggioranza degli intervistati che ritiene che un tale risultato non porterebbe a un conflitto.

Alla domanda se la Serbia debba riconoscere l’indipendenza del Kosovo se ottiene in cambio la “Republika Srpska”, l’80% degli intervistati ha respinto un’idea del genere.

Presentando le proprie valutazioni sulla politica estera della Serbia, il 40% degli intervistati ha menzionato la Russia come il migliore amico della Serbia, mentre il 72% ritiene che l’influenza della Russia nel Paese sia positiva, che è dell’11% in più rispetto ai risultati del sondaggio del 2017.

Circa il 16% degli intervistati ha definito la Cina il migliore amico della Serbia e il 90% ritiene che l’influenza della Cina nel Paese sia positiva, con la crescita di atteggiamenti positivi nei confronti della Cina particolarmente visibile dopo l’inizio della pandemia da coronavirus, come dimostra il fatto che il 75% crede che la Cina abbia fornito la maggior assistenza alla Serbia nella lotta contro la pandemia.

Il numero di intervistati che ritengono che la Serbia sia circondata da amici nella regione è quasi raddoppiato rispetto al 2017 e ora si attesta a oltre il 40%, ma c’è un leggero aumento nell’opinione che la Serbia abbia più nemici nel vicinato, il che ora significa un po’ meno del 50% dei cittadini.

Alla domanda su chi considerano il più grande nemico della Serbia, il 30% degli intervistati ha identificato la Croazia, il 20% l’Albania e il 13% gli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l’atteggiamento verso l’UE e l’integrazione europea, solo il 9% degli intervistati ritiene che l’adesione all’UE sia la principale priorità di politica estera della Serbia, mentre un quinto ritiene che lo Stato dovrebbe armonizzare la sua politica estera con Bruxelles.

I risultati della ricerca mostrano che il 51% dei cittadini non sostiene l’adesione della Serbia all’UE, rispetto al 46% degli intervistati che opterebbe per l’adesione.

L’indagine è stata condotta tra settembre e ottobre su un campione di 1.200 cittadini.

https://naslovi.net/2020-11-23/beta/istrazivanje-bcbp-52-odsto-gradjana-smatra-da-u-slucaju-sukoba-srbija-treba-da-intervenise-na-kosovu/26697816

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