IDE in Serbia: quali benefici per economia e occupazione?

La maggior parte degli analisti economici potrebbe sostenere che la Serbia non ha avuto molta fortuna con gli IDE (investimenti diretti esteri) perché, in alcuni casi, ha concesso più di quanto ricevuto, mentre la maggior parte delle aziende che hanno sofferto la transizione sostengono che pagare salari regolari è meglio che non pagare nessuno.

Dall’inizio di quest’anno sono stati stipulati contratti per 11 IDE, che si traducono in 4.500 nuovi posti di lavoro, secondo quanto ha dichiarato il Presidente della Camera di Commercio serba, Marko Cadez, intervenendo nel corso della presentazione del più recente numero della rivista Macroeconomic Analyzes and Trends (MAT) .

Cadez ha anche affermato che le autorità serbe stanno negoziando con imprese straniere circa 53 nuovi progetti di investimento che dovrebbero portare un investimento di 1,3 miliardi di euro e 30.000 nuovi posti di lavoro.

Secondo i dati UNCTAD, pubblicati nella Relazione Mondiale sull’Investimento del 2016, il valore totale degli IDE in Serbia risulta essere in linea con le tendenze globali. Anche se gli IDE in Serbia sono diminuiti del 2% rispetto all’anno precedente, (da 2,34 a 2,29 miliardi di dollari) il paese si posiziona ancora al secondo posto nella regione, dopo la Romania.

Il Direttore del sito di Makroekonomija, Miroslav Zdravkovic, afferma che, considerando il valore degli IDE dello scorso anno, la Serbia è al 64° posto nel mondo, con il flusso di investimenti ridotto dell’8,9%, da 1,59 miliardi di dollari a 1,45 miliardi di dollari.

Gli esperti di economia sottolineano che l’afflusso stabile di IDE è assolutamente obbligatorio affinché l’economia serba registri una crescita stabile a lungo termine e che tale afflusso deve corrispondere almeno a 1,6 miliardi di euro. Tuttavia, alcuni esperti sostengono che molti effetti degli IDE nel paese non sono così positivi come sembra.

Per esempio, nel 2016, gli investitori stranieri hanno aumentato drasticamente il cosiddetto prestito intercompany, del 42% rispetto al 2015, cioè a 737 milioni di euro. La ragione principale per questi prestiti, come spiegano gli esperti di economia, è l’evasione fiscale. Quando una società sta ripagando un prestito, in contabilità viene registrato come una spesa e non viene tassato.

“Gli investitori stanno evitando di pagare le imposte sul reddito, pagano salari minimi, sfruttano ingenti sovvenzioni statali e violano gravemente i diritti dei lavoratori; quegli stessi diritti cui devono aderire rigorosamente nei loro paesi d’origine”, afferma un consulente per i soci, Branko Pavlovic.

L’economista Mladjen Kovacevic afferma inoltre che l’importanza degli investimenti diretti esteri è esagerata: “Sono nove le società straniere tra i primi dieci esportatori del paese, e tutte sono anche importatrici, in modo che il loro valore aggiunto sia abbastanza basso. A ciò si aggiunge il fatto che trasferiscono la maggior parte dei loro profitti all’estero. L’effetto dei loro investimenti in Serbia potrebbe quindi essere messo in discussione”.

Nel 2017 sono stati stanziati 11 miliardi di dinari nel bilancio serbo per sovvenzioni. Nel periodo compreso tra aprile 2014 e dicembre 2016, lo stato ha stanziato 156,72 milioni di euro di aiuti finanziari per 40 progetti, per 637 milioni di euro.

Un mese fa, alcuni media hanno riportato, citando i dati raccolti dall’Ufficio per l’occupazione nazionale, che quasi un quarto dei lavoratori occupati dalle società che hanno ricevuto sovvenzioni statali sono stati licenziati una volta che le sovvenzioni sono scadute nel periodo 2011-2013.

Fino a quando le autorità statali non rilasciano dati trasparenti sugli effetti degli investimenti diretti fatti finora, i media continueranno a speculare sulla questione.

(Vesti Online, 09.07.2017)

http://www.vesti-online.com/Vesti/Ekonomija/658140/Srpski-radnik-Izmedju-unistenih-fabrika-i-stranog-gazde

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