I prezzi cambiano, il tasso di inflazione è in aumento, come anche il fatturato delle merci al dettaglio: questa è in breve la situazione in cui si trovano gli acquirenti in Serbia oggi.
Nonostante la situazione epidemiologica e le misure sanitarie restrittive, le abitudini di consumo nel primo semestre dell’anno sono simili a quelle dello stesso periodo dell’anno scorso, anche se a fare la differenza sono le consistenti variazioni dei prezzi di alcuni prodotti.
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Secondo i dati attuali dell’Ufficio Statistico della Repubblica (RZS) sugli scambi di merci nel commercio al dettaglio, che hanno coperto la prima metà di quest’anno, i risultati sono i seguenti:
Rispetto alla media del 2019, si è registrata ad aprile una significativa flessione del fatturato, seguita da risultati migliori nel successivo bimestre. Tuttavia, la tendenza a lungo termine è in leggera crescita durante la prima metà di quest’anno ed è stata addirittura superiore alla media dello scorso anno. C’è un aumento del 4,9% dei prezzi correnti e del 5,6% dei prezzi costanti.
Il secondo trimestre del 2020, così come quelli precedenti, mostra che i più rappresentati sono stati i prodotti alimentari e le bevande alcoliche (38%, seguiti dal carburante (14,1%) e altri prodotti non alimentari. Poi ci sono: prodotti per la casa, prodotti farmaceutici, cosmetici e da toeletta, tabacco, apparecchiature per l’informazione e la comunicazione, mentre i prodotti per la cultura e il tempo libero sono in fondo alla lista.
Se osserviamo il movimento dei prezzi di mese in mese e li confrontiamo con gli stessi periodi dell’anno precedente, i dati mostrano che il tasso di inflazione annuale era più alto all’inizio dell’anno, a gennaio era infatti del 2%. È sceso poi fino ad aprile, quando è arrivato allo 0,6%, prima di ricominciare a salire e raggiungere un valore di 1,6% a giugno. Il contributo maggiore è stato dato dalla crescita dei prezzi di cibo, bevande analcoliche e tabacco, nonché alloggi, acqua, elettricità, gas e altri combustibili.
Nel prezzo totale del cibo, il prezzo delle verdure durante il secondo trimestre è stato l’unico elemento deflazionistico e nella struttura del calo dei prezzi, il prezzo delle patate, delle cipolle e dei cavoli ha avuto la quota maggiore. D’altro canto, la crescita dei prezzi della frutta è rimasta l’elemento più inflazionistico per cui mele, limoni e arance hanno avuto la maggiore influenza sulla crescita dei prezzi della frutta. Inoltre, il maiale è diventato più costoso, quindi la carne essiccata, affumicata, salata e altri tipi di carne, ad eccezione del manzo, per il quale i prezzi sono diminuiti. A ciò va aggiunto l’aumento del prezzo del tabacco, che è stato del 7,3%.
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