I partecipanti al primo dibattito “L’UE più vicina ai cittadini – Cos’è per te l’UE?” hanno dimostrato che i cittadini serbi non sempre comprendono i vantaggi di un’adesione all’UE e i benefici degli standard dell’Unione, e che alcuni stereotipi negativi sull’Unione sono ancora presenti nel Paese balcanico.
La coordinatrice della Convenzione nazionale sull’UE, Natasa Dragojlovic, ha affermato nel dibattito online “EU Talks 2.0” che è vero che i cittadini della Serbia non capiscono sufficientemente bene il percorso di adesione all’UE, ma che questo non è un problema loro, perché in effetti si tratta di un processo tecnico complicato, per esperti, con migliaia di pagine di posizioni negoziali…
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“Gli esperti sanno che un tale linguaggio non può essere utilizzato per comunicare con i cittadini, mentre gli oppositori all’adesione all’UE sembrano usare una retorica migliore rispetto a quelli impegnati nel processo di adesione”, ha detto la Dragojlovic in un incontro organizzato dal Movimento europeo in Serbia (EPuS) in collaborazione con il Centro informazioni dell’UE.
Nonostante ciò, ha sottolineato l’esperta, metà dei cittadini serbi ha dichiarato di essere favorevole all’ingresso nell’UE già un decennio fa, vedendone i benefici.
“Allo stesso tempo cresce il numero di coloro che non sono sicuri se voterebbero “a favore” o “contro” se domani ci fosse un referendum sull’adesione all’UE, quindi ci sono ancora molti indecisi, quelli che non sanno, che sono confusi a causa di informazioni nei media contraddittorie”.
I cittadini della Serbia pongono domande logiche sull’UE, proprio come i cittadini dell’UE le fanno sul futuro dell’Unione, aggiungendo che la discussione con i contrari sulla questione dell’integrazione europea è l’unica cosa che aiuta contro le idee sbagliate.
Dusko Radosavljevic, professore alla “Facoltà di giurisprudenza e economia aziendale, dott. Lazar Vrkatic” di Novi Sad, ha sottolineato nel dibattito la riluttanza della Serbia a investire nella conoscenza dell’UE.
Lo stesso ha sottolineato che “c’è una negazione consapevole di ciò che è veramente positivo nell’UE” e che la politica statale incoraggia gli stereotipi, cioè che sarà messa in pericolo la nostra identità nazionale, la lingua, l’interesse pubblico, le relazioni con qualcuno”.
Radosavljevic ha anche affermato che “i giovani intimamente sono consapevoli dei vantaggi dell’UE, ma quando si confrontano con gli altri…un giovane soffre dell’influenza dei suoi genitori, dei media, dell’ambiente che gli dice che alcune cose non sono patriottiche”.
“Da un lato c’è la voglia di entrare nell’Unione europea, mentre dall’altro si agisce per non entrarci, perché allora tutti dovranno comportarsi in conformità con i valori europei, sia lo Stato che i cittadini”, ha concluso Radosavljevic.
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