L’Accademia croata delle scienze e delle arti (HAZU) chiede al governo croato di bloccare il percorso della Serbia verso l’Unione Europea, se Belgrado non soddisfa ben 14 condizioni, compresa la rinuncia al “mito” sul campo di concentramento di Jasenovac.
Il documento intitolato “Contributi per la protezione degli interessi nazionali croati nei negoziati della Repubblica di Croazia con BiH, Montenegro e Croazia in merito alla loro adesione all’UE” elenca i requisiti che questi tre Paesi devono soddisfare per poter soddisfare gli standard della “HAZU” al fine di ottenere il consenso e il sostegno della Croazia sulla strada per Bruxelles. Il documento è stato pubblicato venerdì e inviato al governo croato.
Per sostenere i negoziati con la Serbia, l’Accademia croata delle scienze e delle arti ha stabilito ben 14 condizioni, alcune delle quali piuttosto provocatorie e offensive. Nel primo e più importante punto, l’Accademia croata delle scienze e delle arti chiede alla Serbia di rinunciare alla “grande propaganda serba”, che implica la “rinuncia al mito di Jasenovac”, ma anche all’atteggiamento nei confronti del carattere e dell’opera del cardinale Alojzije Stepinac. Nel seguito, tra le richieste c’è anche il “riconoscimento dell’aggressione alla Croazia” nelle guerre degli anni ’90, che significa “risarcimento dei danni di guerra e le scuse”. Inoltre, viene menzionata come richiesta la posizione della Chiesa ortodossa serba in Croazia considerata “Chiesa di Stato”, la cui posizione venga equiparata ai diritti religiosi della minoranza croata in Serbia.
Tra le richieste ci sono la delimitazione del corso del Danubio (Sarengradska ada), la restituzione della proprietà a tutti gli espulsi durante le guerre, i diritti reciproci delle minoranze serba e croata, il riconoscimento della lingua croata come minoranza a “tutti i livelli” in Serbia, il riconoscimento di “integrità etnica croata alla minoranza di Bunjevac”, la presentazione dei documenti sugli uccisi e sui dispersi, la consegna di tutti gli archivi e dei documenti dell’ospedale Vukovar, e una delle richieste è anche di natura ambientale e si riferisce al controllo dello sfruttamento del litio in Serbia.
Reagendo alle richieste dell’Accademia croata delle scienze e delle arti, il comitato esecutivo dell’Accademia serba delle scienze e delle arti (SANU) ha affermato che “nonostante l’esperienza, i membri della SANU sono rimasti sorpresi dal tono primitivo dell’odio dell’Accademia croata delle scienze e delle arti verso Montenegro e Serbia in termini di adesione all’Unione Europea”. Senza illudersi che qualcuno di quelli nella comunità internazionale che ci insegnano instancabilmente nuovi valori di civiltà si farà sentire, da soli, per rispetto di tutte le vittime del ‘campo di sterminio’, non replicheremo alle accuse a chi usa spudoratamente il termine “mito di Jasenovac”. Ma è bene e utile sapere cosa ne pensano”.
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