Negli ultimi dieci anni le imprese della Serbia centrale hanno venduto merce per un valore di quasi 2,5 miliardi di euro sul mercato kosovaro. Dall’altra parte, nella Serbia centrale è stata venduta merce proveniente dal Kosovo per un valore di 130 milioni di euro. Ieri, i rappresentanti delle camere di commercio della Serbia e del Kosovo ne hanno discusso a Pristina.
La maggioranza della merce che arriva nel mercato kosovaro proviene dalle imprese della Serbia centrale. L’anno scorso il controvalore è stato quasi 370 milioni di euro. Questa cooperazione economica è frutto anche del dialogo dei rappresentanti delle due camere di commercio che è iniziato a giugno 2013.
“Ci si aspetta la cosa più importante, cioè la cooperazione degli imprenditori per la realizzazione di progetti d’investimento comuni. Quando si incontrano e trovano un interesse comune, gli imprenditori potrebbero iniziare nuove produzioni, assumere personale. Questo sarà il più grande successo della nostra collaborazione”, dice Marko Cadez, il presidente della Camera di Commercio serba.
Neanche Pristina è soddisfatta solo dalla cooperazione commerciale. Essa vede opportunità per le imprese kosovare negli accordi della Serbia con l’Unione europea, nonchè con gli stati post-sovietici. “Bisogna creare una nuova sinergia, formare consorzi tra aziende kosovare e serbe, entrare insieme nei mercati terzi e partecipare insieme ai bandi pubblici”, dice Safet Grdzaliu, il presidente della Camera di Commercio del Kosovo.
Però, i problemi degli imprenditori non vengono risolti solo dalla cooperazione tra le due camere di commercio. Ogni giorno si lavora per superare le barriere amministrative e le diverse interpretazioni della normative.”L’indicazione della merce è in albanese e serbo, mentre le fatture vengono emanate in una di queste due lingue. Questo crea problemi per gli autisti che vengono fermati alle frontiere. Tutto questo costa molto”, ha detto un imprenditore di Bujanovac.
Alla fine della riunione delle due camere di commercio è stato concluso che la risoluzione di questi problemi è lavoro dei politici. Si aspettano le loro decisioni per quanto riguarda il problema di funzionamento delle ferrovie e della posta.
(RTS, 29.09.2015.)