Gli albanesi potrebbero presto promuovere la loro politica in tutto il mondo tramite le radioonde della Radio Srbija. Su questo pericolo ha recentemente messo in guardia il presidente della commissione parlamentare per la diaspora, Janko Veselinovic, rivelando la Radio Serbia Internazionale potrebbe essere comprata da un magnate albanese il cui scopo è di ottenere la frequenza.
“Pensate che sarei in grado di giocare con queste informazioni? Posso dire che esse provengono da fonti serbe e da quelle albanesi. Il magnate albanese con cittadinanza serba vuole impadronisrsi delle frequenze che coprono tutti i continenti. È sicuro che questa è una storia verificata, mentre una conferma per questo è il fatto che si parla solo del programma sociale per i dipendenti, e non del business”, ha detto Veselinovic al quotifdiano “Vesti”, facendo notare che a proposito di questo tema, non ha ricevuto alcuna riposta del ministro della Cultura, Ivan Tasovac.
Veselinovic ha dichiarato inoltre che la radio, la quale esiste da 80 anni, si sta spegnendo con procedura d’urgenza entro un mese, mentre gli altri media hanno ottenuto un orizzonte temporale di quattro mesi.“Anche se nascosta, l’intenzione è evidente. Alcuni fanno molto in fretta di spegnere il programma in 11 lingue del mondo, prezioso non solo per la diaspora e per i nostri cittadini espatriati che si trovano lontano, anche nel deserto, affinché tramite questa frequenza vengano trasmesse le informazioni relative ad un altro paese e alle sue idee politiche. Spieghino perché lo stanno facendo”, dice Veselinović, ritenendo che una tale azione del governo potrebbe essere impedita dalla daspora serba.
La diaspora difende la radio serba
La diaspora serba in Svizzera ha lanciato una petizione per la sopravvivenza della radio serba. Janko Veselinovic ha detto che a Berna in un solo giorno sono state raccolte 1.000 firme di sostegno. Vukomir Petric dice che alla radio ogni giorno arriva un sostegno di massa e che nella lotta per la sopravvivenza si sono uniti anche molti personaggi pubblici .“Siamo sommersi da lettere da tutti i continenti , anche dalla lontana Guadalajara” , ha detto Petric. Alla petizione della diaspora serba della Svizzera partecipa anche il gruppo internazionale di 4.182 membri “Amanti delle trasmissioni ad onde corte”
Secondo il presidente del Sindacato interno Dragan Milojevic, i dipendenti della radio, durante i negoziati del Ministero della Cultura, non potevano ottenere alcuna informazione sulla sorte di questa radio a onde corte, perché quelli responsabili hanno rifiutato di parlare sulla questione. “Ogni volta che abbiamo parlato di frequenza, c’è stato risposto: ‘Non ne parleremo adessso.’ E ‘noto che una radio a onde corte non può essere privatizzata, ma questo non significa che qualche magnate albanese non la può affitare, oppure se a Ginevra essa verrà data ad un altro paese”, ha detto Milojevic al quotidiano “Vesti”.
“Un paese serio non rinuncia da una onde corte”, ha spiegato la vice presidente della Radio internazionale di Serbia, Ivana Subasic. Ricordando le parole dell’ingegnere Milan Stevancevic, il quale nel 1987 a Ginevra aveva partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite per l’assegnazione della frequenza KT (quando alla Serbia è stata concessa una frequenza a larga scala), la Subasic sottolinea che la ricchezza della Serbia consiste nell’ onda corte e che alcuni, gratuitamente, otteranno quello che dal paese è stato pagato a caro prezzo.
“Se la giurisdizione verrà trasferita a proprietari privati, nonostante tutto ciò che da loro sarà fatto e che non è in conformità con gli obblighi nell’ambito di accordi internazionali, assunti dallo stato, ogni paese membro, al quale sarà commesso un danno, chiederà dal nostro governo di sanarlo. Se, allo stesso tempo, vi sarà un danno economico, cercheranno anche una compensazione finanziaria” ha spiegato Milan Stevančević. I dipendenti di questa radio, i quali ci lavoreranno solo fino alla fine del mese, sono stati praticamente ricattati di accettare il programma sociale. Anche se ufficialmente si può sentire che questo l’hanno volontariamente accettato, secondo il vice capo redattore, Vukomir Petric, presso il Ministero della Cultura gli è stato detto di accettare il tattamento fine rapporto, opure finiranno per strada senza niente.
La corte radioonda difesa da tutti tranne da Belgrado
Spegnendo la radio serba dallo Stato sarebbe imprudentemente bloccato nella sfera dell’informazione, in un momento importante in cui il paese va verso l’UE e sta risolvendo la questione del Kosovo. Le brevi onde sono sostenute dai paesi membri dell’UE , perché in caso di interruzione della corrente elettrica, in caso della guerra e delle altre gravi condizioni in cui non c’è Internet e le altre mezzi di comunicazione, l’unica che funziona è KT. La Germania non rinuncia alla radio Deutsche Welle , la Gran Bretagna all BBC, dli Stati Uniti alla Voice of America , il Pechino alla Chiana International, la Mosca alla Voce della Russia, solo la Serbia rinuncia al proprio Radio Internazionale.
(Vesti, 05.07.2015)