La Serbia può trarre vantaggio dalla scarsa collaborazione tra Russia e Romania, che il partner italiano della compagnia di gas russa Gazprom aveva suggerito come possibile partner nel progetto South Stream. D’altra parte, a seguito di buoni rapporti politici con la Serbia, i russi hanno deciso che il South Stream attraverserà la Serbia.
La Serbia è considerata uno dei potenziali partner del Turkish Stream, che pure dovrebbe attraversare il paese, che nel ultimi 15 anni sembra apparire e scomparire costantemente dai piani per la costruzione di gasdotti.
È stato il Presidente russo Vladimir Putin a suggerire che la Serbia potrebbe diventare uno dei principali attori del gas nei Balcani durante la visita a Mosca di Alexander Vucic.
“La Serbia potrebbe diventare un elemento importante nel transito del gas russo”, ha dichiarato Putin, aggiungendo che la Russia ha lavorato per includere la Serbia nel progetto Turkish Stream.
“La Serbia potrebbe ottenere una rotta di fornitura di gas alternativa, diventare un paese di transito del gas e avere la possibilità di consolidare la sua posizione geostrategica nei Balcani costruendo nuovi depositi di gas. Da ricordare anche il denaro che il paese potrebbe guadagnare da tasse di transito del gas considerando che l’accordo intergovernativo tra la Russia e la Serbia è stato modificato per consentire alla Serbia la ri-esportazione del gas russo”, sottolinea l’esperta di energia Jelena Putnikovic.
Tuttavia, la Serbia potrebbe avere delle difficoltà nel reperire le risorse necessarie alla costruzione di una parte del Turkish Stream che percorerebbe la stessa rotta dell’ex South Stream. Inoltre, gli Stati Uniti hanno condotto una campagna contro il progetto Turkish Stream e hanno già iniziato a formulare opposizioni. L’UE ha l’ultima parola nel progetto in quanto deve garantire che i suoi membri abbiano a disposizione una fornitura di gas sicura, proprio come i paesi del Nord Europa, grazie al gasdotto Nord Stream.
La tattica push-and-pull sia della Russia che Stati Uniti nei Balcani occidentali è iniziata quando la Russia ha cominciato a giocare un ruolo sempre più importante nella fornitura in Europa, cosa non gradita dall’amministrazione americana, che ha affermato che l’Europa dipende troppo dalla Russia in questo settore.
Gli Stati Uniti si oppongono quindi al progetto del Turkish Stream perché, una volta finito, questo gasdotto amplificherà la portata geostrategica della Russia nei paesi che utilizzeranno il gas da questo gasdotto (per un totale di 11, tra cui diversi nella regione dei Balcani).
(Blic, 24.12.2017)
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