Se trent’anni fa qualcuno avesse indetto una gara per trovare la persona migliore per distruggere Galenika, il gigante farmaceutico regionale, scommettiamo che nessuno si sarebbe candidato. All’epoca, la società Galenika deteneva una quota di mercato pari al 65% ed esportava ogni anno 200 milioni di dollari di beni, soprattutto verso l’URSS.
Oggi, di questa iconica azienda non restano che macerie: Galenika riesce a disporre di una quota del 10% del mercato farmaceutico in Serbia, con debiti accumulati che superano i 200 milioni di euro.
Tuttavia, c’è ancora speranza che Galenika possa ripristinare la sua vecchia gloria, dal momento che due gruppi farmaceutici globali, EMS SA del Brasile e Amicus dalla Svizzera, hanno espresso interesse all’acquisizione. Mentre attendiamo gli ultimi sviluppi, torniamo alla storia dell’azienda.
Un milionario serbo, Milan Panic, ha privatizzato Galenika nel 1991 e ha aggiunto ICN al suo nome, il nome del suo impero farmaceutico con sede negli Stati Uniti. Panic era un dissidente che, trasferitosi negli Stati Uniti con 20 dollari, aveva realizzato il sogno americano per poi tornare in patria. Ha acquistato ¾ di Galenika ad un prezzo di 270 milioni di dollari, versando 50 milioni di dollari in contanti e installando tecnologia del valore di 220 milioni di dollari in azienda. Il resto della società era ancora di proprietà statale.
Nonostante le sanzioni economiche imposte all’ex Jugoslavia negli anni ’90, Galenika ha continuato ad operare e profittare. Gli stipendi in azienda erano regolari e al di sopra della media. Oltre ad essere l’amministratore delegato di Galenika, Panic è stato anche primo ministro jugoslavo nel 1992. Neanche i suoi conflitti politici con il presidente jugoslovo Slobodan Milosevic influirono sulla condizione di Galenika.
Tuttavia, nel 1999, la Corte commerciale di Belgrado stabilì che lo Stato avrebbe ora posseduto quasi due terzi della società, sostenendo che Milan Pantic non aveva rispettato la sua parte dell’accordo. Poco dopo, la polizia fece incursione nei locali della società, procedendo alla nomina dei suoi dirigenti. Lo Stato trasferì la sua proprietà al Fondo Nazionale di Assicurazione Sanitaria (RZZO).
Poi giunse il turbamento politico del 5 ottobre, e Dusan Mitevic venne nominato nuovo CEO. La società iniziò ad operare nuovamente a pieno regime. Lo Stato ha riconquistato la sua piena proprietà della società grazie ad una decisione giudiziaria e il tribunale ha ordinato alla società di rimborsare 50 milioni di dollari che il suo precedente proprietario, Milan Panic, aveva investito in essa
Anche se, dal punto di vista attuale, il periodo successivo all’assassinio del primo ministro Zoran Djindjic è stato estremamente difficile per l’economia serba, mentre i tycoons ‘privatizzavano’ tutto quanto presente all’orizzonte, questo non fu il caso di Galenika.
Aleksandar Pravdic (un rappresentante del Partito Democratico di Serbia) prese il timone della società e, nonostante i media non fossero stati troppo gentili con lui, i dipendenti raccontano che Galenika è entrata nell’era d’oro sotto la sua gestione. La società ha iniziato a vincere vari premi, il saldo del suo conto corrente ha continuato a crescere e la società ha anche ricevuto un prestito di 46,3 milioni di euro dall’impresa italiana IMA per costruire una fabbrica per la produzione di prodotti solidi farmaceutici. All’epoca, nel 2008, Galenika aveva quasi 32 milioni di euro sul suo conto bancario.
La situazione ha cominciato a deteriorarsi quando, nel novembre 2008, Nenad Ognjanovic (del Partito socialista serbo – SPS) è diventato amministratore delegato. Galenika è diventata garante di un prestito bancario da 5 milioni di euro concesso ad un’altra società farmaceutica, Velefarm di AIK Bank. Gli altri grossisti hanno continuato ad ottenere sconti sempre più alti. Nel complesso, Galenika è diventata garante di un prestito di 38 milioni di euro concesso ad altre società. Solo nel 2010, i costi della società erano raddoppiati rispetto all’anno precedente, con il debito della società che raggiungeva l’incredibile somma di 130 milioni di euro.
Ognjanovic è stato licenziato a metà del 2011 e nel maggio del 2013 è stato arrestato con l’accusa di appropriazione indebita ai danni di Galenika.
Il successivo amministratore delegato, Zivorad Novakovic, è riuscito a trasformare le cose per la società. Dopo un declino di quattro anni, Galenika ha iniziato a generare profitto e ha aumentato la sua produzione del 30%. Grazie alla sua esperienza pluridecennale e alle buone connessioni nell’industria farmaceutica, Novakovic riuscì a garantire materie prime sufficienti. La produzione è stata restaurata e, per la prima volta in molti anni, il profitto di Galenika è stato di 350 milioni di dinari.
Nedeljko Pantic è diventato poi amministratore delegato di Galenika. Il suo operato si è rivelato di beneficio per l’azienda e, secondo i dati più recenti, nei primi 9 mesi del 2016, la società ha saputo aumentare la sua produzione dell’8%, con un profitto di 40 milioni di dinari.
Galenika ha consolidato le proprie attività l’anno scorso, dopo che il governo serbo ha lanciato una gara pubblica per la selezione di un partner strategico. L’azienda è ora venduta al prezzo simbolico di un euro, a condizione che il nuovo proprietario accetti di sanare il debito di Galenika verso varie banche con un pagamento unico di 25 milioni di euro.
(Vecernje Novosti, 15/10/2017)
http://www.novosti.rs/vesti/naslovna/ekonomija/aktuelno.239.html:690703-Kako-je-unistavana–Galenika
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