La viticultura, ma in particolare la frutticultura, sono settori molto profittevoli dell’economia serba. Se si esportano i prodotti finali si riescono ad ottenere ottimi ritorni dal vino, dai distillati e dalla frutta.
La Serbia ogni anno produce oltre un milione di tonnellate di frutta, di cui oltre la metà finisce sul mercato russo. Gli esperit ritengono che tra qualche anno le esportazioni di frutta e verdura della Serbia potranno raggiungere il controvalore di un miliardo di dollari.
Ceda Stevanovic nella sua fattoria vicino Kragujevac coltiva uva da vino e altra frutta su 20 ettari e continua a comprare terreni perché anche gli esperti dell’Unione europea hanno confermato che i terreni sono ideali per la coltivazione della frutta. “Coltivare frutta è facile, molto più difficile la vigna, perché l’uva è la principessa della frutta. Qui la frutta cresce bene, abbiamo delle buone rese e ci stiamo espandendo. Abbiamo prugne Stanley, Cacanska Lepotica e grossa Felicia, dall’Italia. Tutt’e tre sono favolose e otteniamo una buona qualità”, dice Stevanovic, che vive a Žirovnice.
Cento chilometri più avanti, sulle colline che danno su Smederevska Palanka l’architetto Veselin Despotovic ha deciso di produrre uva e ora ha 12 ettari, che punta a raddoppiare per una produzioen di 200.000 litri di vino. Si tatta di un’area dove crescono bene le varietà serbe Prokupac e Morava. “Cerchiamo di unire il passato e il futuro, per cui abbiamo piantato il Prokupac in maniera tradizionale ma la Morava ad alberello”.
Molti produttori hanno investito molto nell’acquisto di barili di invecchiamento dagli Stati Uniti, dalla Francia e dalla Croazia. La produzione tecnologicamente all’avanguardia attraverso barili da 225 litri è oggi condotta da tecnici serbi. “Il legno di quercia viene solo dalla Serbia, dalle zone nei pressi di Kopaonik: il vino serbo nelle botti serbe è un’ottima accoppiata. Chi fa i barili? Io e mio padre in questo periodo dell’anno”, dice Alexander Đorić di Gornje Zleginje vicino Zupa.
(RTS, 04.12.2015)