Agricoltura: quale destino per i 175 mln di euro dei fondi IPARD?

L’Unione Europea ha respinto la richiesta della Serbia di essere accreditata per l’utilizzo dei fondi IPARD, nella fattispecie 175 milioni di euro disponibili per il settore agricolo.

La notizia è stata diffusa dalla Direzione Generale della Commissione europea per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale alla fine di agosto. Il comunicato precisa che il diniego è intercorso nel momento in cui non sono stati rispettati gli standard per la creazione della struttura amministrativa necessaria per l’utilizzo dei fondi IPARD. Sostanzialmente Belgrado, ed il Ministero competente, allora guidato da Snezana Bogosavljevic Boskovic, non sono riusciti a garantire personale sufficiente per lavorare alle candidature per i fondi.

Secondo la fonte interpellata da Blic, “la Direzione Generale per l’Agricoltura ha una procedura per l’approvazione dell’accreditamento dei fondi. Ci sono norme che devono essere soddisfatte e uno degli aspetti più importanti è quello di fornire un numero sufficiente di esperti che abbiano familiarità con la normativa UE. Non abbiamo tali esperti quindi siamo davvero sconcertati dalla decisione del ministro di proseguire su quella strada. Credo facesse affidamento sulla buona sorte, ma ora la faccenda è motivo di profondo imbarazzo per il paese”. A quanto sembra, un revisore della Direzione Generale ha visitato la Serbia nel mese di maggio, sottolineando che il governo serbo avrebbe dovuto assumere personale idoneo al fine di ottenere l’accreditamento.

Tuttavia, l’ex ministro dell’Agricoltura Snezana Bogosavljevic Boskovic smentisce queste affermazioni: “non ho preso visione della spiegazione allegata al rifiuto, quindi non posso commentare. Tutto quello che so è che quando ero ministro, ho fatto tutto quanto in mio potere per ottenere questo accreditamento e penso che tutto è andato secondo i piani. Io davvero non so perché la richiesta sia stata rifutata”.

Il perito agrario Branislav Gulan si dichiara non sorpreso dalla risposta negativa da parte di Bruxelles: “avevo previsto che non avremmo ottenuto i fondi, ma il governo all’epoca continuava a rassicurare gli agricoltori e il pubblico che tutto sarebbe stato pronto per ottenerli nel mese di luglio. Si trattava di vuote promesse in clima di campagna elettorale. Qualcuno dovrebbe essere ritenuto responsabile per questo enorme danno per il nostro settore agricolo”.

L’attuale ministro dell’Agricoltura Branislav Nedimović ha indirettamente confermato questa notizia: “i miei collaboratori mi hanno informato che la richiesta di accreditamento è stata respinta. Non posso commentare perché non ero coinvolto in attività rilevanti “.

Tuttavia, la Ministra per l’integrazione europea, Jadranka Joksimovic, sostiene che la richiesta di accreditamento all’utilizzo dei fondi previsti dallo strumento di pre-adesione per lo sviluppo rurale (IPARD) non sia stata respinta. Secondo Joksimovic i revisori della Commissione hanno inviato un rapporto nel mese di agosto, a seguito della visita di maggio, indicando le carenze da colmare per soddisfare gli standard richiesti e, una volta che queste indicazioni dovessero essere seguite con successo, la Commissione provvederà ad effettuare una seconda revisione esterna: “si tratta di una procedura usuale per la richiesta di accredito”. La Ministra ha spiegato anche che, nel periodo 2015-2020, il fondo mette a disposizione una cifra pari a 175 milioni. Tale importo aumenta in modo progressivo ogni anno – da 15 milioni di euro nel 2015, a 20 milioni di euro nel 2016, ecc. La prima tranche dovrebbe essere utilizzata entro il 2018: “questi primi 15 milioni di euro sono ancora disponibili. Saremo in grado di spendere questa somma se riusciremo a garantire l’accreditamento nella prima metà del prossimo anno. Ma, in ogni caso, l’intero importo di 175 milioni di euro non è andato perduto, perchè rimane disponibile fino al 2023”.

Joksimovic ricorda che il governo, subito dopo la sua formazione nel 2014, ha reso il trasferimento della sede dell’Amministrazione per Erogazioni agricole da Šabac a Belgrado una delle sue priorità, in quanto presupposto per ottenere l’accreditamento. L’Amministrazione ha integrato il personale, nonostante le manovre di consolidamento fiscale e il divieto del governo di assumere ulteriormente dipendenti pubblici: “faremo tutto quanto richiesto, proprio come abbiamo già fatto negli anni scorsi”.

(Blic, 2016/09/23)

http://www.blic.rs/vesti/ekonomija/bruka-i-sramota-ostali-smo-bez-novca-iz-eu-nemar-ministarke-nas-kostao-175-miliona/y52gxbs

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