Dietro le lodi alla Serbia da parte dell’FMI ci sono delle richieste molto serie che implicano tagli, che il Governo dovrà mettere in pratica nelle aziende pubbliche e tra i dipendenti della pubblica amministrazione.
Questi saranno i punti essenziali dello scontro durante le riunioni ufficiali tra il Governo e il FMI, iniziati ieri con la riunione plenaria nella sede della Banca di Serbia. Le prime dichiarazioni da entrambe le parti sono state positive, piene di lodi, però a Nemanjina 11 sanno benissimo che l’FMI sarà persistente con le sue richieste, prima di tutto quelle relative al licenziamento e alla riduzione dei costi delle aziende pubbliche.
L’accordo con il Fondo implica licenziamenti che non sono stati eseguiti, come neanche le misure strutturali relative alla soluzione dei problemi delle aziende in ristrutturazione e delle aziende pubbliche, quali EPS, Srbijagas e Ferrovie. Il deficit dello Stato è stato ridotto, però non è da escludere che il FMI richiederà un’ulteriore riduzione, ha detto la fonte del quotidiano Blic.
Il capo missione del FMI per la Serbia James Roaf ha dichiarato ieri che l’accordo con la Serbia si sta implementanto con successo e che il nostro paese sta raggiungento ottimi risultati relativamente agli obiettivi fissati.
Roaf, parlando con il premier Aleksandar Vucic ha sottolineato che è molto importante rafforzare gli investimenti nel settore privato, dato che essi hanno contribuito sostanzialmente ai trend positivi e la ripresa fiscale, previsti dal programma tra la Serbia e il FMI.
“Nonostante i negoziati molto difficili relativi alle aziende pubbliche, principalmente EPS, Srbijagas e Ferrovie, come anche le privatizzazioni, il nostro desiderio è che la Serbia continui con successo la strada che ha già intrapreso”, ha rilevato Roaf.
Vucic ha stimato che questo è il punto cruciale per la ripresa dell’economia serba. Lui ha sottolineato che i buoni risultati sono merito anche dei sacrifici, però che essi non continueranno a durare se il Governo non sarà dedicato completamente alla piena implementazione dell’accordo con il FMI.
Il ministro delle Finanze Dušan Vujović ha detto che il FMI ha accettato di incrementare il livello della crescita del PIL in Serbia nel 2016 dall’1,8 al 2,5 per cento.
“Hanno accettato il 2,5 per cento, il che è un ottimo risultato. Questo ci aiuterà ad essere in linea con le misure dell’adattamento fiscale e a continuare con la crescita sostenibile nei prossimi anni”, ha detto Vujović.
(Blic, 15.06.2016)