La Serbia ha completato con successo un programma triennale di 1,32 miliardi di dollari con il FMI, in scadenza il 22 febbraio, come ha annunciato l’organizzazione finanziaria internazionale.
La Serbia esce dal programma “vantando sovraperformance su molti dei suoi obiettivi”, tuttavia “la conclusione a pieni voti è solo il primo passo verso la costruzione di un’economia forte e dinamica in grado di competere a livello globale”, ha affermato il FMI.
“Il programma ha fatto molto meglio del previsto, sovraperformando molti dei suoi obiettivi macroeconomici”, ha dichiarato il capo del team Serbia del FMI James Roaf.
“La Serbia è riuscita ad uscire da un tunnel: dopo essere rimasta ferma per anni sulla scia della crisi finanziaria globale, ora la crescita è tornata, insieme a crescenti investimenti e occupazione. È stato avviato molto lavoro per trasformare il paese in un’economia di mercato a pieno titolo; queste riforme devono essere approfondite dopo la conclusione del programma affinché la Serbia raggiunga il suo pieno potenziale”, ha affermato Roaf.
L’FMI ha ricordato che nel 2014 “l’economia della Serbia fronteggiava guai Seri. Dopo la crisi finanziaria globale del 2008, l’economia del paese ristagnava, mentre le istituzioni pubbliche deboli, il crollo delle entrate fiscali e la spesa eccessiva da parte del governo e delle imprese statali hanno portato a un rapido accumulo di debito pubblico. Riconoscendo la situazione insostenibile, le autorità hanno adottato un ambizioso programma di aggiustamento fiscale, rafforzamento del settore finanziario e riforme economiche di ampio respiro: il FMI ha sostenuto il programma tramite consulenza economica e monitoraggio, insieme a finanziamenti precauzionali”, si legge in un comunicato stampa.
Dopo tre anni di sforzi nell’ambito del programma, l’economia ha cominciato nuovamente a crescere: “I conti fiscali, con il secondo deficit più grande in Europa nel 2014, hanno registrato un surplus nel 2017. La fiducia economica è migliorata con maggiori investimenti sia da fonti straniere che domestiche. La disoccupazione è vicina ai minimi storici e in calo. Le banche sono solide e i prestiti non performanti sono ora al di sotto dei loro livelli pre-crisi.
“Si raccomanda inoltre al governo serbo di concentrare gli sforzi per aiutare il paese a recuperare più velocemente il gap con i suoi pari occidentali”. Obiettivo “urgente evitare l’esodo di lavoratori qualificati della Serbia alla ricerca di una vita migliore”.
Le “aree che hanno bisogno di lavoro”, secondo il FMI, comprendono la riforma delle istituzioni e dei servizi pubblici, la revisione delle imprese statali, il miglioramento del clima imprenditoriale e la costruzione di infrastrutture migliori.
(b92, 22.02.2018)
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