Nella relazione sulla situazione dell’economia mondiale presentata alla seduta dell’Assemblea del Fondo Monetario Internazionale a Washington si prevvede che il livello di disocuppazione in Serbia si fissi al 20,7% nel 2015, l’1% in più rispetto all’anno precedente.
Si è saputo non ufficialmente che il FMI ha messo in conto la probabile diminuzione della occupazione a seguito delle riforme strutturali che Belgrado dovrebbe realizzare secondo l’accordo conseguito con il Fondo monetario. In questo accordo viene menzionato che la situazione di oltre a 500 aziende in riorganizzazione sarà risolta entro la fine di quest’anno. Si considera che in questo processo almeno 30.000 persone perderanno il loro lavoro.
Secondo i dati disponibili, il numero dei dipendenti nelle aziende serbe a gennaio è diminuito dello 0,5 % rispetto a dicembre l’anno scorso. Anche con la razionalizzazione del settore pubblico entro 2017 circa 27.000 persone resteranno senza lavoro.
Inoltre, secondo le previsioni del FMI, la Serbia sarà l’unico paese in Europa con il calo del PIL rispetto al 2014. Dall’altra parte, il ministro di lavoro, Aleksandar Vulin ha detto che non è impossibile che il FMI abbia sbagliato. “FMI può sbagliare. Per esempio, loro hanno previsto la crescita negativa del PIL, mentre esso sarà a zero oppure aumenterà un po’. Secondo i dati dell’Istituto per la statistica dello Stato non è ancora segnalata la crescita della disoccupazione. Inoltre, è aumentata la quantità dei contributi versati nel Fondo pensionistico. Questo è un chiaro segno che l’occupazione è aumentata”, ritiene Vulin.
(Blic, 17.04.2015.)