L’agenzia internazionale “Fitch Ratings” ha dato un’opportunità alla Serbia per il miglioramento del rating dei crediti a lungo termine in valuta locale o estera e ha confermato che il rating della Serbia si trova sul livello “B+”, ha comunicato la Banca nazionale della Serbia (NBS).
Questa agenzia ha valutato che al miglioramento del rating della Serbia hanno contribuito la crescita economica più veloce, la realizzazione del piano di consolidamento fiscale e la riduzione del deficit estero.
L’agenzia Fitch Ratings ha rivisto la proiezione della crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2015, dal previsto tasso invariato allo 0,7%, mentre nel 2016 si aspetta una crescita del 1,7 percento. “La revisione è stata eseguita a seguito del rapido aumento degli investimenti e alla riduzione dei consumi finali”, viene indicato dalla Banca nazionale della Serbia.
Nel 2015, il deficit fiscale sarà del 4,1% del PIL, mentre la realizzazione del programma di consolidamento fiscale contribuirà alla sostenibilità delle finanze pubbliche. Inoltre, l’agenzia Fitch Ratings ha aggiunto che il deficit del 2015 è stato coperto interamente dagli investimenti diretti stranieri, il che ha diminuito il bisogno di finanziamento esterno.
Gli sforzi del governo serbo per migliorare l’ambiente d’affari sono valutati positivamente, il che è stato confermato anche dalla classificazione della Banca Mondiale e dalla loro lista Doing Business 2016, mentre il rischio potenziale è il processo delle riforme strutturali del settore pubblico.
La “Fitch Ratings” ha constatato che il settore bancario in Serbia, con l’adeguatezza del capitale al 21,4 %, è abbastanza capitalizzato. “Anche se la percentuale alta dei crediti problematici rappresenta una sfida, il Governo serbo ha adottato una strategia per la loro risoluzione che dovrebbe contribuire alla crescita del finanziamento del settore privato”, ha comunicato la Banca nazionale della Serbia.
Inoltre, la banca centrale ha ricordato che l’analisi speciale della qualità di cespite di 14 banche ha mostrato che non c’è bisogno di una loro ricapitalizzazione.
(Politika, 21.12.2015.)