Il percorso dei Balcani occidentali verso l’adesione all’Unione europea è attualmente “sospeso”, ed è inevitabile vedere cosa si può offrire in cambio alla regione, è la conclusione dei funzionari dell’UE che si occupano dei Balcani occidentali, nonché degli analisti degli istituti europei.
Il Centro per la politica europea con sede a Bruxelles ritiene che “poiché non vi sono reali progressi nell’allargamento dell’UE ai Balcani occidentali, né soluzioni valide per superare i problemi fondamentali della regione, le promesse di sostegno dell’Unione europea e un futuro comune ora suonano vuote…e non è chiaro dove ora vada la politica di allargamento”.
In un’analisi del “Carnegie Europa”, il professore dell’Università di Oxford Dimitar Bechev ha affermato che sebbene i Balcani occidentali non siano ancora persi per l’UE, “l’Unione deve in gran parte incolpare se stessa per aver perso influenza…e il suo obiettivo principale di adesione è diventato il suo ‘tallone d’Achille’ “perché se le porte dell’Ue restano chiuse, chi è al potere nella regione farà orecchie da mercante alle richieste di Bruxelles”.
Fonti diplomatiche a Bruxelles dicono anche che la conclusione di coloro che conoscono gli eventi nei Balcani occidentali è che la situazione dell’intera regione è attualmente molto cattiva, “una situazione molto deludente” dal punto di vista dell’adozione di norme e leggi europee, e con democrazie poco sviluppate. Le autorità della regione sono per lo più governanti autocratici, spesso coinvolti nella corruzione e persino nella criminalità, inclini alla demagogia, al nazionalismo, allo sciovinismo con cui mantengono il potere.
Secondo queste fonti, a loro va bene essere essenzialmente respinti dall’avversione di alcuni membri dell’UE e potenziali elettori ad accettare dei “parenti poveri”, perché loro stessi non vogliono far rispettare norme e regole, in particolare lo stato di diritto, l’indipendenza dei la magistratura e la libertà di espressione che potrebbero facilmente fargli perdere il potere e farli finire in prigione.
Alcuni rinomati centri di analisi politica, come l’Istituto per la sicurezza e la politica internazionale di Berlino e l’Istituto per gli affari internazionali di Roma, ritengono che, a causa della priorità data alla politica di stabilità e quindi guardando alla maturazione delle autorità autocratiche in dei Balcani occidentali, la politica di cooperazione economica e commerciale vada a scapito di una regione che di anno in anno registra un deficit commerciale costante con l’Unione.
Il mercato aperto dei Balcani occidentali è molto più favorevole agli interessi economici dell’Unione e quindi solleva la questione del perché sostanzialmente cambiarlo, anche se recentemente a causa della strategia globale dei partner europei a Washington, si è convinti che non dovrebbe essere consentito un ulteriore coinvolgimento degli interessi di Cina e Russia nella regione.
https://www.kurir.rs/vesti/politika/3813603/zapadni-balkan
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