Il presidente dell’Alleanza del sindacato indipendente “Fiat Chrysler Automobiles Serbia” Zoran Markovic non pensa che il cambio dell’amministratore delegato dell’azienda cambierà le linee guida aziendali di base, scrive il quotidiano Politika.
“È stato annunciato che la Fiat Chrysler rimarrà in Serbia, il che significa che il nuovo contratto sarà firmato e non ci sono motivi per preoccuparsi” ha detto Markovic dopo che Michael Manley è succeduto Sergio Marchionne come amministratore delegato.Secondo lui, Marchionne ha segnato un’epoca nella vita dell’azienda di Kragujevac.
Markovic pensa che la fabbrica a Kragujevac attualmente preoccupazioni più grandi rispetto a quella chi dirige l’azienda al livello globale, quali impiegabilità, il numero dei giorni di lavoro, le condizioni lavorative…
Il quotidiano Politika ricorda che Marchionne un mese e mezzo fa ha pubblicato la sua strategia quinquiennale dell’azienda Fiat Chrysler la quale prevede che si continui con la produzione dell’autovettora “Fiat 500-L” a Kragujevac, e allora rimane la domanda se il suo ritiro cambieranno i piani di quest’azienda e se la Serbia si trova nell’agenda del suo successore Michael Manley.
Come si riporta, dal rapporto finanziario della FCA si vede il fatturato nel 2017 è diminuito di oltre 20 miliardi di dinari ovvero di circa 170 milioni di euro.
“L’azienda comunque ha registrato un utile netto del valore di 2,13 miliardi di dinari, il che è approssimativamente al livello dei risultati dello scorso anno. Però, l’anno scorso sono stati ridotti in maniera sostanziale anche i finanziamenti dal budget statale per quest’azienda” sottolinea il quotidiano.
Nel rapporto finanziario, aggiunge, si riporta che nel 2016 la società ha registrato altri incentivi del valore di 1,25 miliardi di dinari, I quali sono stati inviati al Governo della Serbia in conformità con le modifiche e le integrazioni del contratto sugli investimenti congiunti. “Quale sarà il valore degli aiuti statali alla FCA nel nuovo contratto con quest’azienda per ora non si sa. A maggior ragione che il precedente è stato firmato prima dell’entrata in vigore dell’Accordo di stabilizzazione e di associazione dove le regole degli aiuti statali sono stabilite in maniera rigida.
Nel frattempo, la Serbia ha allineato anche la sua legislazione a quella europea e rimane da vedere se questo è possibile e se sì in che misura vista la Legge sul controllo degli aiuti statali” chiude il quotidiano Politika.
(RTV, 24.07.2018, http://www.rtv.rs/sr_lat/ekonomija/aktuelno/najavljeno-da-fijat-krajsler-ostaje-u-srbiji_936898.html)
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