EU Open Day: uno sguardo sull’Europa alla prova dei giovani

20150609_115913Ieri alle ore 11 presso l’Ambasciata d’Italia a Belgrado è stata organizzata la giornata a porte aperte “UE Open Day”, dedicata ai cittadini e agli studenti, i quali hanno avuto l’opportunità di esprimere la propria opinione sull’Unione europea, nonché le loro aspettative su di essa. Si tratta di una campagna promossa da 17 ambasciate degli Stati membri dell’UE e l’UE Info Center, con lo scopo di presentare l’Unione europea ai cittadini. Alle ore 12:30 è stato organizzato il “pizza chat” ovvero una conversazione in cui, deliziandosi di pizza, gli studenti  hanno avuto l’opportunità di esprimere la propria opinione e le loro aspettative verso l’Unione europea. Ci sono stati 33 allievi delle scuole secondarie di Novi Pazar e 25 studenti del Terzo Liceo di Belgrado. Alle loro domande rispondevano il primo segretario della Ambasciata d’Italia a Belgrado  Alessandro Neto e il capo del Dipartimento per l’Informazione, per la Comunicazione e per i Media della Delegazione Ue in Serbia, Ramunas Janusauskas.

Nel frattempo, prima della conversazione prevista, i visitatori hanno avuto l’opportunità di vedere i vari punti informativi: sull’UE, sui fumetti Alan Ford, su Expo Milano 2015, sulla linea di credito a supporto delle piccole e medie imprese serbe del governo italiano, sull’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, l’orto biologico di prodotti tipici serbi realizzato da Slow Food Serbia, nonché la mostra di Vespe del brand famoso italiano Piaggio, organizzato dall’Alleanza di Vespa club della Serbia.

20150609_122536“Ci sono i rappresentanti delle scuole di Novi Pazar e anche dalle altre città della Serbia. Lo scopo è di non dire loro cos’è l’Europa, ma domandare a loro  cosa si aspettano da essa, questa è l’idea del “pizza chat”. Il termine proviene da un’espressione inglese che significa il cibo per il pensiero. Vorremmo chiedere agli allievi serbi di esprimere i propri pensieri sull’Europa. Si tratta di una conversazione reciproca,  non è che solo noi parliamo cos’è l’Europa, ma vorrei che ci dicano anche loro cosa ne pensano e cosa si aspettano. Parleremo in inglese, ma anche in italiano, visto che la lingua italiana, dopo la lingua inglese, è seconda lingua straniera più studiata in Serba ed abbiamo anche appena aperto un nuovo dipartimento della lingua italiana a Kragujevac. Questa manifestazione, la dedichiamo a loro, al loro modo di percepire l’Europa e quindi vorrei sentire domande provocatorie, voglio che ci chiedano anche domande difficili, perché proprio con loro dobbiamo discuttere sul progetto europeo e sul  percorso europeo della Serbia. Si tratta del loro futuro e quindi saranno loro a discutere su questo tema”, ha detto l’Ambasciatore d’Italia in Serbia, Giuseppe Manzo.

 

 

La parola ai giovani: Milja Radosavljevic

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Milja Radosavljevic,allieva del Terzo Liceo di Belgrado

Cosa ti aspetti dall’evento di oggi?

“Mi aspetto semplicemente che loro capiscano le nostre esigenze, di tenere a mente che il processo di adesione all’UE è un po’ lento, nonché tutte le caratteristiche del nostro paese e credo che, proprio per questo, potrebbero allinearsi al nostro paese, come lo  stiamo facendo noi per quanto riguarda l’Unione europea al fine di raggiungere l’obiettivo comune.”

Cosa ti interessa di più quanto al tema principale dell’Open Day?

“Dato che l’anno prossimo sarà il mio ultimo anno  a liceo, vorrei domandare quali sarebbero i vantaggi che gli studenti del dipartimento bilingue del Terzo Liceo di Belgrado possono ottenere, visto che  finora non abbiamo  nessun privilegio dopo la laurea presso il dipartimento bilingue, che invece ci potrebbe aiutare molto. Vorrei domandare se qualcosa ci potrebbe essere fatto per rendere più facile il nostro miglioramento, e per poter avere l’opportunità di studiare in Italia.”

Preferisci studiare in Serbia oppure in Italia?

“Da tempo fa ho avuto un maggior desiderio di studiare all’estero, soprattutto in Italia, ma la Serbia è il mio paese, ci sono nata, e qui mi sento  più a mio agio. Se ci fosse qualche opportunità, la coglierei, ma non per forza.”

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Alle ore 12:30 il primo segretario dell’Ambasciata d’Italia in20150609_115839 Serbia Alessandro Neto ha dato il benvenuto a tutti gli allievi ed agli ospiti che sono venuti a partecipare a questo evento. Lui ha incoraggiato gli studenti a esprimere liberamente la propria opinione sottolineando che si tratta di una conversazione informale e li ha invitati a dire in quale modo l’Unione europea influenza la loro vita, quali sono i vantaggi di futura adesione della Serbia all’UE, e in quale modo si riflette al loro futuro. Il capo della delegazione dell’UE e il capo del  Dipartimento per l’Informazione, per la Comunicazione e per i Media, Ramunas Janusauskas, ha detto che l’Unione europea non è completa senza la Serbia e che il processo di eurointegrazione è il motivo del loro impegno nel paese. “Vi invito a dire ciò che secondo voi è interessante, a condividere con noi le vostre impressioni, a individuare i vantaggi, benefici o qualche obiezione, e soprattutto a godere di questo momento, come oggi ne godiamo anche noi”, ha detto Ramunas.

All’inizio della conversazione si è presentato Dalibor, studente di Scienze politiche e relazioni internazonali di Belgrado, sottolineato che dal Governo serbo è stato  annunciato che l’adesione del paese all’Unione europea doveva essere stata realizzata nel 2007, e poi  anche nel 2010, mentre il signor Johannes Hahn ha detto che la Serbia sarebbe diventata un membro dell’UE nel periodo compreso dal 2020 al 2025. Alla sua domanda quando questo processo sarà realizzato, Alessandro Neto ha detto che ci vuole un certo periodo di tempo, perché tutto dipende dalla negoziazione strategica, dalle attività dello Stato, aggiungendo inoltre che si tratta di riforme su giustizia, ambiente, politica internazionale, insomma di tutte le attività attuali del Governo. Anche se nessuno ancora non può dire con certezza quando questo accadrà, è ovvio che gli studenti hanno una grande speranza che succederà prima o poi, esprimendo una visione chiara per quanto riguarda l’UE, che questo sarebbe un futuro migliore del quale non dubitano. Secondo loro l’adesione della Serbia all’Unione europea sarebbe un grande passo avanti per il paese, perché potrebbero ottenere tanti vantaggi che oggi ci sono nei  paesi membri dell’Unione europea.

D’altra parte, Dušan Andjelovic, studente della Facoltà di Economia, r20150609_121158itiene che l’UE dovrebbe smettere di informarci sugli anni in cui sarrebbe  possibile aderire all’UE, perché così la gente viene delusa. Sarebbe molto meglio se ci venisse solo detto che questo sarà possibile nel prossimo futuro. “Voglio studiare all’estero, in Italia o in Germania, perché vorrei condividere le mie conoscenze ed esperienze con gli altri, e penso che dobbiamo lavorare su questo al fine di stabilire una migliore cooperazione con gli altri paesi”. Dusan ha concluso affermando che i giovani sono abbastanza entusiasti su questo tema, ritenendo che la cultura serba dovrebbe far parte dell’Europa affinché gli altri paesi conoscano meglio i costumi del paese e della gente serba. Ramunas Janusauskas  ha sottolineato il grande vantaggio che hanno tutti gli studenti degli Stati membri dell’UE perché hanno l’opportunità di passare un po’ di tempo all’estero grazie al programma Erasmus, e tutte le esperienze acquisite hanno  davvero un valore molto più prezioso del denaro investito. “Visto che al momento la Serbia è all’inizio di questo processo, abbiamo diverse migliaia di studenti che sono andati all’estero attraverso il programma Erasmus. L’anno scorso ci sono stati circa 2.000 serbi. Molte persone che decidono di studiare e di lavorare all’estero dopo questa esperienza non vogliono più tornare. La Serbia è uno dei paesi europei, perché ha una storia e una tradizione ricca e ha delle persone di talento che hanno una visione chiara e proprio per questo farà sempre parte dell’Unione europea, la cosa che non si può mettere in dubbio. Qui si tratta del fatto quanto tempo ci vuole per effettuarlo e questo dipende dall’accordo con l’UE “, ha detto Ramunas Janusauskas.

Il fatto quanto gli studenti serbi sono interessati a far parte dell’UE viene dimostrato anche da uno studente di Novi Pazar, Luka, il quale con i suoi colleghi ha viaggiato per 6 ore per poter partecipare a questo evento, dichiarando che nella loro scuola di giornalismo su iniziativa dei suoi coetanei è stato organizzato un consiglio che consiste da 6 presidenti dei classi che funziona in base ai principi dell’UE, mentre una studentessa di Belgrado, Milica Djokovic, studente dell’ultimo anno della Facoltà di Scienze Organizzative, ha colto il momento di condividere con tutti l’allegria perché ha ottenuto la borsa di studio per il programma di Master presso l’Università Politecnico di Milano.

vespa

Dopo questa interessante conversazione tra gli studenti  entusiasti e soprattutto, allegri e sorridenti, ci siamo tuffati un po’ nel passato, decidendo di informarci meglio sui vecchi modelli di noto marchio italiano Vespa “Piaggio” e  a questo proposito abbiamo parlato con il presidente del Vespa Club della Serbia, Slobodan Tomic che ci ha raccontato alcune cose interessanti. Una di tali informazioni è il fatto che vi è una cinquantina di coloro che dichiarano di aver guidato per primi la Vespa proprio a Belgrado e per questo  non si sa ancora con certezza chi è stato il più fortunato a ottenere questo titolo. Tutti i modelli sono esposti nel museo ed è possibile anche fare un giro solo dopo aver promesso che il modello scelto sarà restituito senza danni come sono tutti i modelli esposti che abbiamo visto, completamente funzionanti e affascinanti. Come ci ha detto il direttore del Vespa club, la gente in Serbia è appassionata di Vespe, si interessano abbastanza per il marchio storico  e gli amanti veri e propri sono coloro che preferiscono i modelli dalla fine degli anni  70. Alla domanda qual’è il vero motivo per cui la gente in Serbia le adora, il dirigente del club Slobodn Tomic ha detto al nostro portale che il motivo consiste nel fatto che li  ricordano dei tempi in cui c’erano le speranze  e le aspettative caratteristiche per gli anni 60, 70 e 80, perché rappresentano un simbolo della pace, di un futuro luminoso, di un’ idea di libertà e di rilassamento e non solo. Sono anche un mezzo di trasporto ideale e economico, facile per passare attraverso la folla e non c’è  nessun problema con il parcheggio. Il museo dispone di 30 esemplari del periodo dalla fine del 1949 fino al 1990, mentre  ciascuno dei membri del club possiede più di una20150609_120838 Vespa e così tutti insieme ne hanno circa 100. Alla nostra domanda se penserebbero mai di vendere un modello e quanto potrebbe costare, lui ha risposto che in questo caso veramente non importa quanto uno lo potrebbe desiderare, perché nessuno del club lo farebbe mai. In Serbia, a differenza dell’Italia, non esiste un mercato, in Serbia vi è un grande  amore,  ma non c’è una adeguata quantità di denaro che determinerà il valore perché per i veri appassionati questo marchio ha un valore inestimabile. “L’energia e l’amore che abbiamo  investito in esse non si può misurare, perché  ogni somma è piccola e insufficiente”.

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