A partire dal prossimo anno, il numero di dipendenti nell’Amministrazione Pubblica dovrebbe essere determinato in base alla formula “un assunto – cinque in esubero”.
Questo è quanto il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha proposto al governo serbo, come indicato nel documento che il quotidiano Blic rivela di aver avuto la possibilità di visionare. La disposizione fa parte del pacchetto di misure necessarie nell’ambito della sesta revisione contabile dell’accordo sul finanziamento alla Serbia che dovrebbe essere definita nella seconda metà di ottobre. Prima di allora, il quadro generale del consolidamento finanziario dovrebbe essere elaborato in linea di massima entro la fine di settembre, in occasione della visita dei funzionari del FMI a Belgrado.
Una fonte del governo serbo sostiene che la formula per licenziare i dipendenti pubblici in esubero costituirà il tema principale della visita. La stessa fonte dichiara che “licenziamenti sulla base di questa formula potrebbero rendere alcuni segmenti della Pubblica Amministrazione non in grado di sostenere gli standard dell’UE. Per questo motivo il governo ha cercato di spingere per un diverso tipo di rapporto. La speranza è quella di riuscire a convincere il FMI ad accettare la controproposta in considerazione degli ottimi risultati che la Serbia ha ottenuto negli altri ambiti del consolidamento finanziario”.
Inoltre, il Governo sta procedendo ad effettuare un’analisi funzionale prima di rendere effettivi i licenziamenti. Operare una decisione in virtù di dati statistici rigidi potrebbe compromettere la qualità dell’operato della Pubblica Amministrazione, che, a sua volta, potrebbe influire negativamente sui risultati che la Serbia deve raggiungere in vista del processo di integrazione UE. L’analisi, che dovrebbe essere completata nel momento in cui i funzionari del Fondo visiteranno Belgrado, metterà in luce quali sono i settori che presentano un esubero di personale e quali hanno invece bisogno di ulteriori assunzioni di esperti.
L’informatore del Governo che Blic ha interpellato aggiunge che il documento è quasi completato e che la Ministra della Pubblica Amministrazione, Ana Brnabić, sta avendo colloqui con ogni singolo Ministro per comprendere in che modo evitare che i licenziamenti abbiamo ripercussioni negative sul lavoro svolto da alcuni segmenti della Pubblica Amministrazione.
“Quello che è certo è che il numero di 76.000 dipendenti pubblici, numero previsto di licenziamenti nei prossimi tre anni, dovrebbe essere ridotto. Nel mese di agosto, il FMI ha accettato di rimandare la decisione in attesa dei risultati dell’analisi funzionale del Governo. Potrebbe trattarsi di una buona notizia, in quanto le disposizioni precedenti non contemplavano neanche la possibilità di nuove assunzioni”, conclude la fonte.
Ana Brnabić, Ministra della Pubblica Amministrazione, non ha voluto commentare le dichiarazioni rese note da Blic, ma ha affermato: “avremo informazioni concrete sulle richieste da parte del FMI nella seconda metà di ottobre, in occasione della visita della delegazione per la sesta revisione. Prima di allora, gli esperti del Fondo dovrebbero venire a Belgrado alla fine di settembre, ed è probabile che si riesca a comprendere l’orientamento futuro del FMI in questo ambito. Ciò che è importante per noi è che i licenziamenti nel settore pubblico non siano effettuati in assenza di una corretta analisi funzionale”.
Brnabić ha aggiunto che non verrà presa alcuna decisione che potrebbe compromettere la qualità dei servizi resi dalla Pubblica Amministrazione: “è importante rendere pubblico che non stiamo solo valutando i licenziamenti, ma anche le assunzioni necessarie per garantire ai nostri cittadini servizi di qualità. Alcuni reparti non hanno abbastanza personale, come quello delle Ispezioni, fondamentale per la lotta all’economia sommersa e per assicurare le condizioni per una concorrenza leale. Assumendo un maggior numero di ispettori, renderemo l’operazione finanziariamente sostenibile in quanto il loro lavoro garantirà entrate sufficienti per coprire i loro stipendi ed il bilancio dello Stato”.
(Blic, 2016/12/09)
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