“La visita del presidente russo Vladimir Putin non avrà un effetto significativo sul cammino europeo della Serbia. Inoltre l’accordo sull’esportazione della “Fiat L” senza dazi doganali in Russia migliorerà l’economia serba, perchè in questo modo si aumenterà l’esportazione totale nella Federazione Russa- ha valutato il vicepresidente del Centro per la politica esterna, Dragan Djukanovic, il quale ritiene che l’intesa economica sia uno dei risultati più importanti dell’ incontro di Putin con i dirigenti politici serbi e che il ruolo della Serbia diventerà specialmente importante durante la sua presidenza nell’OSCE nel 2015.
“L’anno prossimo, la Serbia dovrebbe mostrare di avere capacità di calmare i rapporti tra i paesi europei relativamente alla crisi in Ucraina”- ritiene Djukanovic.
Questo analista dice che la Serbia avrà il ruolo di conciliatrice tra l’Europa occidentale e la Russia. Inoltre, lui ritiene che la dichiarazione del presidente russo che nell’Europa non ci sarà crisi energetica contenga un tono conciliante nei confronti della Unione Europea.
Il professore della Facoltà di economia, Ljubodrag Savic ha valutato che la visita del presidente della Federazione Russa ha avuto molto successo, visto che sono stati sottoscritti sette accordi economici e che sono state aperte le nuove possibilità per la collaborazione tra due paesi.
Nella sua dichiarazione per Tanjug, Savic ha evidenziato che la cosa più importante di questi accordi si riferisce alla vendita dei nostri prodotti agricoli, perchè in questo settore Serbia ha delle possibilità eccellenti.
“La questione delle ferrovie è stata menzionata durante l’incontro tra Putin e i vertici serbi”- ha detto Savic. Secondo lui, questo non è una cosa nuova perchè già da tempo la Serbia ha avuto un finanziamento dalla Russia per un ammmontare di 800 milioni di dollari. “Però, la notizia negativa per la Serbia è la pazienza che dovrebbe mostrare per la costruzione del gasdotto, visto che questo dipende dalla volontà politica e dai rapporti tra UE e Russia”- ritiene Savic.
La coordinatrice del Consiglio Nazionale per la UE (NKEU), Natasa Dragojlovic ritiene che per i cittadini serbi la cosa più importante sia essere stati informati sul contenuto degli accordi firmati e sul loro effetto ai fini dell’adesione della Serbia all’UE.
Secondo la Dragojlovic, il discorso di Putin era adeguato per l’occasione dei 70 anni dalla liberazione di Belgrado.
La coordinatrice di NKEU ha ricordato che Putin da Belgrado è partito per l’Italia dove si incontrerà con il presidente ucraino.
Il segretario generale del Consiglio per la collaborazione regionale, Goran Svilanovic ha valutato che c’è un gran interesse e spazio per lo sviluppo dei rapporti politici ed economici tra Serbia e Russia.
Il professore della Facoltà delle scienze politiche, Predrag Simic ha da parte sua evidenziato che la visita di Vladimir Putin è di carattere simbolico e che i messaggi di Putin da Belgrado sono significativi anche fuori dai rapporti bilaterali, visto che si riferiscono alla regione intera, specialmente ai rapporti con l’Europa occidentale. Questi sono i primi messaggi da parte del presidente russo dopo l’introduzione delle sanzioni.
Il professore Simic ritiene che Putin con la sua visita abbia aperto le possibilità all’esportazione e abbia dato il suo supporto ai produttori serbi.
Nel Partito democratico di Serbia (DSS) considerano che la parata militare e l’accoglienza mostrata al presidente russo dimostri la forte volontà del popolo serbo di avvicinarsi alla Russia, nonché l’opinione dei cittadini che sono ovviamente contro l’adesione della Serbia all’UE. Nel DSS ritengono che i vertici politici serbi debbano rispettare tale volontà.
“La visita di Putin spingerà avanti l’esportazione in Russia”- dice il presidente dell’Associazione degli economisti in Serbia, Aleksandar Vlahovic, aggiugendo che la Serbia oltre alla possibilità di esportare la “fiat L”, avrà la possibilità di esportare i prodotti alimentari. Secondo Vlahovic, questo avrà effetto positivo sulla stabilità della valuta e sugli altri aspetti macroeconomici.
Parlando del gasdotto, Vlahovic ha detto che dall’inizio era chiaro che la realizzazione di questo progetto sarà difficile se non ci sarà l’intesa di tutti i partecipanti. Cioè, senza accordo politico ed interessi economici concordati tra Russia e UE la realizzazione di questo investimento sarà impossibile.