Quando lo stato di emergenza verrà revocato, l’Assemblea potrà ordinare il proseguimento della campagna elettorale. Il 21 giugno è una data possibile, e tutte le parti hanno ancora 41 giorni di campagna politica a disposizione prima del voto. La data sarà comunque concordata dal Presidente Vucic e dai leader degli altri partiti appena dopo la revoca dello stato di emergenza. Allo stato attuale, la data più realistica per lo svolgimento delle elezioni parlamentari, provinciali e locali in Serbia è comunque il 28 giugno, il giorno di “Vidovdan”.
Questo calcolo è stato fatto supponendo che il Parlamento revochi lo stato di emergenza nella prima metà di maggio e ordini la continuazione del processo elettorale, bloccato il 16 marzo a causa della pandemia. La Commissione elettorale repubblicana fisserebbe quindi una data per la ripresa della corsa elettorale molto probabilmente il 19 maggio.
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Possibile è anche la data del 21 giugno, ma è meno realistica e implicherebbe che la “corsa al voto” ricominci il 12 maggio.
“Farò sapere agli altri partiti quando saranno soddisfatte le condizioni. Proporrò un accordo sul fatto che la Commissione elettorale della Repubblica attenda due o cinque giorni dalla fine dello stato di emergenza, e solo allora si andrà alle consultazioni elettorali” ha annunciato Vucic.
Non appena si inizia, ci saranno altri 41 giorni di campagna, poiché i partiti ne hanno già usati 11, dal 4 marzo quando le elezioni vennero convocate fino al 16 marzo quando il processo venne interrotto a causa della pandemia. Tutto continua da dove era stato interrotto. Se le elezioni si fossero svolte il 26 aprile, come era previsto, la campagna elettorale sarebbe infatti durata 52 giorni.
Ivo Colovic del “CeSID” dice a “Novosti” che “una volta abolito lo stato di emergenza, si continuerà da dove ci si era fermati. Supponendo che lo stato di emergenza venga revocato a maggio, le elezioni si terranno a giugno. Non appena lo stato di emergenza cessa, non c’è motivo di non tenere le elezioni. Se si pensa all’autunno, bisognerebbe introdurre una lex specialis, perché le scadenze per il loro svolgimento sarebbero violate, ma non credo che qualcuno si occuperà di questo ora”.
Si stima che l’affluenza sarà buona, perché è probabile che i cittadini serbi non vadano in vacanza a giugno.
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