Il Primo Ministro della Federazione Russa, Dmitry Medvedev, ha annunciato venerdì 28 ottobre l’avvio dei negoziati dell’Unione economica eurasiatica (UEE) in merito alla creazione di zone di libero scambio con Israele e Serbia.
“Il piano prevede un primo round di colloqui con Israele entro la fine dell’anno. Prenderanno avvio anche i negoziati con la Serbia e una serie di altri paesi”, ha dichiarato Medvedev nel corso della riunione del Consiglio intergovernativo dell’UEE.
Nel corso del mese di maggio, il Consiglio Supremo dell’UEE ha adottato una risoluzione sull’avvio di negoziati con la Serbia per procedere all’unificazione del regime commerciale, che dovrebbe comportare la creazione di una zona di libero scambio reciproco tra tutti gli stati membri dell’Unione e la Serbia. Sinora, solo tre dei paesi che aderiscono all’Unione economica eurasiatica, Russia, Kazakistan e Bielorussia, hanno un accordo di libero scambio con la Serbia, con accordi che differiscono tra loro per alcune disposizioni.
Entro il 31 ottobre, secondo quanto affermato da Rasim Ljajic, Ministro del Commercio, la Serbia invierà un elenco dei prodotti da esportare nell’UEE : “abbiamo già un buon accordo con Russia, Kazakistan e Bielorussia, che prevede l’esportazione di 99% dei nostri prodotti. Tuttavia, il nuovo accordo ci consentirà di ampliare l’offerta, e nel contempo di esportare in Armenia e in Kirghizistan. Offriremo, tra le altre cose, automobili, zucchero, vino, pollame, alcuni tipi di formaggio. Si tratta di un grande mercato, costituito da circa 185 milioni di cittadini. Non abbiamo ancora avuto accesso alle potenzialità di questo mercato nella misura in cui avremmo potuto”, ha specificato il Ministro.
L’Unione economica eurasiatica è stata fondata nel 2015 su quelle che erano le fondamenta dell’unione doganale tra Russia, Kazakistan e Bielorussia. L’Armenia e il Kirghizistan hanno aderito successivamente. Nel corso di questo mese, il Vietnam è diventato ufficialmente il primo paese al di fuori della regione ad aderire al blocco progettato per consentire la libera circolazione di beni, servizi, capitali e forza lavoro tra gli stati membri.
(eKapija, 30.10.2016)
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