Oltre il 30 percento delle aziende intervistate nel corso dell’indagine condotta dalla “Ipsos Strategic Marketing” riconosce che una parte delle loro transazioni non viene effettuata in maniera regolare. Soprattutto, nella zona griga rientrano gli acquisti e le spese di viaggi aziendali.
“Il 60% dei cittadini ritiene che lo Stato sia molto risoluto a lottare contro l’economia sommersa. La fiducia nel governo è molto alta”, dice Predrag Kurcubic, il direttore di “Ipsos Strategic Marketing”. Il numero minimo delle irregolarità si trova nel settore agrario ed industriale, ovvero solo il 10%.
Un terzo delle imprese che si occupano dei servizi opera in modo illegale, mentre la metà delle imprese che si occupano del commercio opera stabilmente in nero.“Le irregolarità nel commercio risultano di più nella vendita della merce senza l’IVA. Inoltre, i dipendenti che lavorano in questo settore non sono registrati nell’assicurazione previdenziale e sanitaria, e per loro non si pagano i contributi relativi”, sottolinea il direttore commerciale della catena di supermercati “DIS”, Nenad Jelic
Gli organi statali non funzionano in maniera coordinata. Non esiste un sistema uniforme ed equilibrato di sanzioni. Questo è un’altra ragione che consente di operare in nero.
“A causa dell’enorme burocrazia della Serbia, molti imprenditori già dopo il primo anno di attività entrano in attività illegali”, viene affermato dal NALED (Alleanza nazionale per lo sviluppo economico locale).“Le continue modifiche ed aumenti dei diversi contributi, tasse ed imposte causano un senso di insicurezza legale e constringono le imprese ad operare illegalmente”, ritiene Jelena Bojovic di NALED.
(RTS, 29.01.2015)
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