Il quadro delle riforme annunciate dal governo

La parola che da mesi domina la politica serba è “riforme”. Le leggi che, già nelle prossime settimane, dovrebbero subire modifiche sono quelle su privatizzazioni, lavoro, fallimento e sistema edile. Dopo un lungo periodo di speculazioni e parziali rivelazioni, finalmente i cambiamenti che verranno apportati alle suddette normative assumono contorni più precisi.

Le sedute parlamentari di luglio saranno quasi ogni giorno surriscaldate dal dibattito sulla serie di riforme annunciate; queste misure sono considerate fondamentali dal governo per ottenere – oltre a un prestito del FMI, vitale per le casse pubbliche – gli scopi prefissati, e cioè l’attrazione di investimenti e il miglioramento del contesto d’affari. Il miglior indicatore per capire le condizioni in cui versa l’economia serba è la classifica Doing business della Banca mondiale, in cui il paese occupa il 93esimo posto (nei Balcani solo la Bosnia ha fatto peggio). La ragione è semplice: mettendo a confronto le condizioni d’impresa delle 198 nazioni presenti nella graduatoria, nel periodo tra giugno 2012 e giugno 2013 in Serbia non è stata portata a termine alcuna riforma. Già il precedente esecutivo aveva iniziato le procedure di riforma delle normative su privatizzazioni e fallimento, ma le dimissioni di Radulovic hanno bloccato i processi, dopodiché il governo Dacic ha deciso di sospendere le procedure in questione (assieme a quella relativa alla legge sul lavoro) “per ritocchi”.

Legge sulle privatizzazioni

Le caratteristiche della nuova normativa:

– possibilità di acquistare un’azienda attraverso la procedura negoziata

– partenariato strategico

– trasferimento di capitali senza addizionali

– cancellazione dei debiti dei creditori dello Stato

– consolidamento fiscale

– prezzo iniziale pari a metà del valore stimato del capitale

– alla seconda asta, valore ridotto di un terzo

– divieto di vendita delle ricchezze naturali

Dopo i cambiamenti apportati e su cui si discute in questi giorni, le tre principali leggi in questione non assomigliano più a quelle su cui si è dibattuto sei mesi fa, quando l’allora ministro dell’economia Sasa Radulovic aveva iniziato a delineare le novità che poi non sono state portate a compimento a causa delle sue dimissioni. Lo stesso Radulovic ha ieri affermato che il disegno di legge sulle privatizzazioni “ha completamente abbandonato la mia proposta”. Per l’ex ministro, il nuovo disegno di legge prosegue il sistema delle privatizzazioni criminose, poiché ha introdotto la procedura negoziata come sistema di vendita. Tale metodo, evitando la pubblicazione di una gara pubblica, consente in pratica di proseguire con le malversazioni compiute anche in passato, con la piena copertura legislativa. Questa modifica, secondo Radulovic, è stata introdotta nel disegno di legge su suggerimento del gabinetto del premier Vucic, che ne sarebbe pienamente informato. L’ex ministro ritiene che si sia rinunciato a trasparenza, verifica delle condizioni di privatizzazione e rottura del sistema di controllo attuato dai partiti. Alle privatizzazioni potranno continuare a partecipare le compagnie dai paradisi fiscali, dietro alle quali si nascondono cittadini serbi.

La versione della legge di Radulovic presentava la possibilità della vendita dell’intero capitale o di una parte limitata. Era soprattutto possibile acquistare meno del 100%, garantendo una ricapitalizzazione, o addirittura il 5%, ottenendo la guida dell’azienda. Solo in casi eccezionali era possibile vendere gli immobili della società. Stando a quella legge, gli acquirenti (e i soggetti a loro legati) non potevano giungere da zone offshore e nemmeno aver partecipato a privatizzazioni non riuscite o annullate.

La proposta dell’attuale ministro dell’economia Vujovic, la quale si trova attualmente in fase consultiva, prevede modelli di vendita analoghi per il capitale e gli immobili, ma introduce anche il partenariato strategico e il trasferimento di capitale senza addizionali ai dipendenti (30% in azioni o partecipazioni) o il passaggio di capitale senza addizionali a un investitore strategico, il che rappresenta un bonus aggiuntivo per chi investe, nel caso di risultati positivi dell’operazione effettuata. Oltre alla gara pubblica, è prevista la procedura negoziata, solo – però – in casi eccezionali, con l’approvazione del governo e quando ciò è nell’interesse pubblico.

L’unico punto in comune tra le proposte di Radulovic e quelle di Vujovic è che le aziende pubbliche che non trovano un acquirente devono andare in liquidazione o in fallimento, a seconda dei beni posseduti e del debito che su di esse pende.

Un’ultima critica alla legge è giunta da Jelisaveta Vasilic, che fa parte dell’Agenzia per la lotta alla corruzione, la quale ha sostenuto che l’attuale proposta rappresenta un passo in avanti, ma che può essere migliorata, visto che lascia spazio alla corruzione e al riciclaggio di denaro sporco.

Legge sul fallimento

Le caratteristiche della nuova normativa:– l’Agenzia per le procedure fallimentari sorveglia tutte le operazioni

– creazione di quattro classi di creditori che possono vantare pendenze

– fallimento automatico in conformità con le decisioni della Corte costituzionale

– obbligo per il consiglio dei creditori di proporre un curatore fallimentare

– rafforzamento di diritti e obblighi dei creditori

Anche le proposte dei due economisti in materia di fallimento sono alquanto differenti. Il disegno di legge che si trova in questo momento in fase consultiva è – secondo Ivana Matic, direttrice dell’Agenzia per le procedure fallimentari – semplicemente un miglioramento dell’attuale normativa, che è già in linea con le direttive europee. Il nuovo regolamento garantirebbe più diritti ai creditori e abbasserebbe le spese delle procedure fallimentari.

Invece della proposta di Radulovic di fondare una camera per le procedure fallimentari, questo compito continuerà (come finora) a essere svolto dall’Agenzia per le procedure fallimentari. Nella nuova legge il giudice non può scegliere direttamente il curatore fallimentare, ma un consiglio dei creditori; il fallimento automatico subentra conformemente a una decisione del tribunale. Per quanto riguarda il pagamento delle pendenze, i dipendenti sono al primo posto, poi segue lo Stato, quindi i restanti creditori e, per ultimi, i soggetti collegati, che non possono far parte del consiglio dei creditori.

Legge sul lavoro

Le caratteristiche della nuova normativa:– TFR calcolato sul periodo presso l’ultimo datore di lavoro (eccezione prevista per le aziende in ristrutturazione)- due anni al massimo per contratti a tempo determinato- in caso di pensionamento, due invece di tre paghe medie

– annullamento del passaggio del diritto alle ferie quando si cambia azienda, ma acquisizione del diritto alle ferie dopo un mese di lavoro

– la scelta del lavoratore di passare dal part-time al tempo pieno (e viceversa9 non può essere causa di licenziamento

– i leader sindacali e le donne in gravidanza non hanno più la garanzia di non essere licenziati

La norma sul lavoro che dovrebbe semplificare le condizioni d’impresa e permettere ai datori di aumentare i posti di lavoro si basa su ciò che era stato proposto da Radulovic e che è stato richiesto dagli imprenditori nei termini di abolizione dell’anzianità, pensioni, lavoro a tempo determinato, ecc. I sindacati hanno comunque ottenuto che per le ferie e per la malattia i lavoratori ricevano la media trimestrale della paga e che vengano pagati pasti, trasporto e bonus. I rappresentanti dei lavoratori continuano in ogni caso a sostenere che la proposta di legge non giungerà in Parlamento a causa del contratto collettivo.

Legge sul settore edile

Le caratteristiche della nuova normativa:– concessione dei permessi nel giro di 60 giorni

– introduzione di uno sportello unico

– accorciamento dei tempi delle procedure e abbassamento dei relativi prezzi

conversione dei terreni in base ai prezzi di mercato

La legge sull’edilizia – la meno dibattuta a livello pubblico – prevede che i permessi edilizi vengano rilasciati da un unico sportello entro un periodo di 60 giorni, il che era la richiesta della maggior parte degli investitori. Per quanto riguarda la conversione di superficie nel diritto di accessione di un terreno edificabile, la Corte costituzionale ha rimosso ogni dubbio, dicendo che i proprietari delle aziende privatizzate, attraverso l’acquisto della fabbrica non hanno acquisito il diritto di accessione del terreno; se vogliono acquisire la proprietà del terreno devono pagare il pieno importo di mercato.

(Politika, 26.06.2014)

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