Il Ministero degli Interni serbo, il Ministero degli Esteri e l’Associazione dei produttori serbi di rakija hanno concordato di lanciare una campagna per educare il pubblico sul rischio del consumo e della vendita di bevande alcoliche forti provenienti da produttori non registrati, di dubbia qualità e potenzialmente pericolose per la salute dei consumatori.
L’accordo è stato raggiunto solo dieci giorni dopo che la tradizionale bevanda alcolica serba, l’acquavite di prugne (šljivovica), è stata inserita nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.
Goran Radosavljević, dell’Associazione dei produttori di Rakija della Serbia, sottolinea che l’Associazione ha circa 900 membri che hanno registrato distillerie, e che solo due anni fa, quando l’associazione è stata fondata nel luglio 2019, avevano solo 200 membri.
“Tenendo conto che il numero dei nostri membri è aumentato di molte volte, possiamo dire che stiamo andando nella giusta direzione, ma dobbiamo fare passi più veloci, soprattutto perché il brandy di prugne è stato inserito nella lista dell’UNESCO. Dobbiamo anche occuparci della qualità di questa bevanda, lavorare per migliorarla, stabilire uno standard nella produzione di brandy di alta qualità, ottenere le denominazioni di origine geografica, lavorare allo sviluppo del turismo del brandy, rispettare la legge sulle bevande alcoliche forti e dichiararle in base all’origine dell’etanolo”, ha dichiarato Radosavljević.
Meno di un mese fa, l’Associazione aveva avvertito che nel nostro Paese esiste un enorme mercato ombra della rakija vecchia che causa perdite per centinaia di milioni di euro ai produttori registrati e allo Stato.
“Vorremmo esortare gli organizzatori di eventi locali e le aziende impegnate in tali attività di mercato a vendere bevande che abbiano un’origine chiaramente dichiarata e una relativa etichetta di accisa sulle bottiglie. Non abbiamo nulla contro le persone che producono rakija in casa, per il proprio fabbisogno, ma se portano le loro eccedenze per venderle, devono prima farle analizzare correttamente da un organismo registrato per vedere se la bevanda ha bisogno di essere raffinata”, aggiunge Radosaljević.
(Biznis i Finansije, 20.12.2022)
https://bif.rs/2022/12/dve-trecine-rakije-proda-se-na-sivom-trzistu/
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