Dragan Djilas: “Il sostegno al SNS sta crollando”.

“Vorrei raccomandare ad Aleksandar Vučić che, senza soddisfare le richieste della protesta e senza definire condizioni elettorali accettabili per l’opposizione, di non convocare le elezioni”, afferma Dragan Djilas, leader del Partito Libertà e Giustizia (SSP), in un’intervista per Nova. Aggiunge che il sostegno al SNS è crollato e che il governo ha raggiunto un’impasse, e che i suoi rappresentanti si assumeranno la responsabilità delle loro parole e azioni molto più velocemente di quanto pensino.

Nova: Alla manifestazione Serbia contro la violenza è stato annunciato che la protesta assumerà una nuova forma, mentre l’attivista Aleksandar Jovanović Ćuta ha detto che i manifestanti bloccheranno ponti e strade in tutto il Paese se il governo non soddisfa le richieste dell’opposizione entro giovedì. È stato finalmente raggiunto un accordo?

Djilas: “Il sostegno al Partito progressivo serbo (SNS) sta crollando, perché le proteste e tutto ciò che ci sta accadendo hanno dimostrato l’assoluta incompetenza del governo, ma anche la totale mancanza di empatia nei confronti dei cittadini che sono inorriditi sia dalle tragedie che ci sono accadute sia dall’enorme violenza che ci ha travolto. Per la prima volta dopo molti anni, la maggior parte delle persone ritiene che la Serbia non stia andando nella giusta direzione: i problemi di sicurezza si uniscono alla percezione dell’alto livello di corruzione e criminalità, nonché alla crescita dei prezzi non accompagnata da un’adeguata crescita dei salari. Tutto questo, più il numero di persone che sostengono le richieste della protesta, è più importante di qualsiasi dichiarazione politica.

Tutti i partiti politici, che tecnicamente sono gli organizzatori della protesta, hanno concordato di presentare le loro posizioni comuni al pubblico, così come di presentare l’idea della prossima protesta mercoledì. Per questo vedo l’atteggiamento di Ćuta come una sua opinione personale. La cosa fondamentale è che ascoltiamo i desideri dei cittadini e che loro e le loro idee sono l’essenza della protesta stessa.”

Nova:” Nebojša Zelenović, co-presidente del partito Zajedno, ha dichiarato che se venissero indette le elezioni, la sua scelta sarebbe quella di non parteciparvi. Qual è la sua posizione? Un nuovo boicottaggio elettorale porterebbe qualcosa di buono sia all’opposizione che ai cittadini?”.

Djilas: “È fondamentale (per il governo) accettare prima le richieste dei manifestanti e iniziare così la lotta contro la violenza nella nostra società. Questa è la cosa più importante per tutti coloro che vivono in Serbia, indipendentemente da chi votano e se votano. Una volta fatto questo, potremo parlare della crisi politica, che si risolve sempre con le elezioni. Le nuove condizioni elettorali devono essere definite correttamente, così come il momento in cui si svolgeranno. Ciò che deve cambiare in materia di condizioni elettorali emerge chiaramente dal rapporto dell’OSCE sulle elezioni precedenti e dal rapporto annuale redatto dal Parlamento europeo. Vorrei raccomandare ad Aleksandar Vučić che, senza soddisfare le richieste della protesta e definire le condizioni elettorali accettabili per l’opposizione, non convochi le elezioni”.

Nova:” I rapporti all’interno dell’opposizione sembrano essere migliori che mai, sia per quanto riguarda le proteste che le attività dell’opposizione nel Parlamento serbo. Questo significa che alle prossime elezioni, se l’opposizione non si consoliderà, non ci saranno conflitti reciproci come prima e dopo le precedenti elezioni?”.

Djilas: “I rappresentanti dei partiti di opposizione stanno organizzando le proteste, compreso il Partito Libertà e Giustizia, e hanno detto molto chiaramente ai cittadini che le differenze ideologiche, la vanità e le lotte politiche sono messe da parte e che tutti noi ci atteniamo ai principi che abbiamo concordato. Come uomo che dal giorno del suo ritorno in politica si batte per un’opposizione unita, sono felice quando vedo come i deputati dell’opposizione in Assemblea si sostengono a vicenda e spesso non si siedono nei posti riservati a un particolare gruppo di deputati, ma accanto e dietro a colui che sta parlando, per dimostrare il sostegno a quel deputato che sopporta tutti gli insulti di cui è vittima da parte dei deputati del SNS”.

Nova: “Vučić ha invitato al dialogo e a ridurre le tensioni, mentre i deputati dell’SNS hanno continuato a insultare i deputati dell’opposizione, così come gli attori che hanno sostenuto le proteste. La vicepresidente dell’Assemblea nazionale, Sandra Božić, ha definito (l’attore) Milan Marić “spazzatura anti-serba”. Considerando tutte queste circostanze, è possibile avere un qualsiasi tipo di conversazione con Vučić e il governo?”.

Djilas: “Il comportamento dei parlamentari dell’SNS e dei loro portavoce dimostra che non capiscono affatto la gente in Serbia, che non hanno un briciolo di responsabilità per quello che fanno e che continuano a incitare all’odio e alla violenza in Serbia. E questo è esattamente ciò contro cui il popolo si è sollevato. Dopo le due tragedie avvenute di recente, i rappresentanti del governo parlano solo di loro stessi e dei loro successi, senza rendersi conto che la Serbia non è ancora uscita dalle tragedie avvenute solo un mese fa.

Un anno fa ho accettato di parlare con il Presidente della Serbia, chiedendo nuove elezioni a Belgrado, ma soprattutto chiedendo di ridurre l’aggressività e la tensione nella società, consapevole di ciò che può portare. Il prezzo politico che ho pagato non è importante. È importante che il mio appello sia stato respinto e che la Serbia abbia pagato un prezzo enorme. Ora non ci sono colloqui con Vučić, perché prima devono essere soddisfatte le richieste della protesta e solo allora si potrà procedere verso la normalizzazione della situazione nella società. Dopo tutto, la “sincerità” di questo appello al dialogo è dimostrata al meglio da ciò che i rappresentanti del regime dicono ogni giorno su tutti noi che protestiamo”.

Nova:” Oltre agli insulti, anche gli attori serbi (che hanno sostenuto le proteste) hanno ricevuto minacce, come l’attrice Tamara Dragičević. Pensa che tutto questo possa dissuadere altri personaggi pubblici dal farsi avanti e sostenere le proteste?”.

Djilas: “L’intimidazione dei cittadini e dei funzionari pubblici, il licenziamento di persone a causa dei loro post sui social media e soprattutto le minacce ai bambini sono caratteristiche dei regimi autocratici. Se tali messaggi vengono inviati dalle autorità dei SNS, allora il modello di comportamento in cui la violenza, le minacce e gli insulti sono accettabili, viene trasferito nelle strade. Comprendo appieno le preoccupazioni di Tamara Dragičević e di suo marito Petar Benčina, di Milan Marić e di altri personaggi pubblici che sono stati aggrediti verbalmente perché hanno parlato alla manifestazione. Rispetto davvero il loro coraggio. Credo che i cittadini capiscano che il governo ha raggiunto un’impasse e che tutti i membri del governo si assumeranno la responsabilità delle loro parole e azioni molto presto, molto più velocemente di quanto pensino”.

Nova: “Anche se il consigliere del Segretario di Stato americano, Derek Chollet, ha detto in Senato che ritiene credibile l’articolo del New York Times sul legame di Aleksandar Vučić con la criminalità organizzata e che la credibilità della Serbia è messa alla prova, Vučić, a quanto pare, gode ancora del sostegno dell’amministrazione americana. Per quanto tempo andrà avanti questa situazione?”.

Djilas: “Un tempo Milosevic era considerato un fattore di pace e stabilità (nei Balcani), mentre per noi cittadini era del tutto chiaro che era l’esatto contrario. Non farei affidamento sul sostegno di nessuno, se non quello dei cittadini serbi e della loro perseveranza nelle proteste non violente, perché solo la nostra forza comune può cambiare le cose in Serbia”.

(Nova, 13.06.2023)

https://nova.rs/vesti/politika/intervju-dragan-djilas-nema-razgovora-sa-vucicem-podrska-sns-vrtoglavo-pada/

Crediti fotografici: Vesna Lalic

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