La società “29. Novembar” di Subotica, una delle più importanti aziende dell’industria della carne, è stata spenta dopo 134 anni di esistenza, due fallimenti e la svendita di macchinari e attrezzature in ferro vecchio.
Questa azienda una volta aveva circa 3.000 dipendenti e esportava carne in tutta Europa.
Secondo il giornale Vecernje Novosti, si tratta della fabbrica fondata ancora nel 1885 da Rafael Hartman e Wilhelm Konen, che, già nel 1925, consegnava al mercato londinese 140.000 tacchini.
Dopo la Seconda guerra mondiale e la nazionalizzazione, la fabbrica ricevette il nuovo nome, 29. Novembar, in gloria alla Giornata della Repubblica e con il passare del tempo riuscì a diventare una delle più grandi aziende di lavorazione della carne del nuovo stato.
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L’ex dipendente di quella fabbrica, Maria Novakov, ha affermato che nel febbraio 1984 la fabbrica ebbe una produzione di 3.500 tonnellate di carne, di cui 2.000 tonnellate furono destinate all’esportazione negli Stati Uniti e al mercato inglese, come anche esportati nell’Unione Sovietica, in Israele e in Grecia.
Secondo la Novakov, i problemi iniziarono all’inizio degli anni ’90 e con il collasso del paese, perché la produzione progettata per 1.500 suini e 200 capi di bestiame fu ridotta al 10% della reale capacità.
Il primo procedimento fallimentare fu avviato nel 1998, quando tutti i 2.500 lavoratori furono licenziati.
Nonostante ciò, dopo il 2000, fu nuovamente provato a rivitalizzare la fabbrica, ma si accumularono i debiti e nel maggio 2009 fu nuovamente dichiarata in fallimento.
Diverse volte si tentò a vendere la fabbrica, ma senza successo, fino a quando nel 2016 le autorità riuscirono a vendere i macchinari e le attrezzature ad una società austriaca, che si occupa del commercio di materie prime secondarie. Un anno dopo fu venduto il complesso industriale, la fattoria, un silos e del terreno coltivabile.
I fondi così ottenuti furono in gran parte utilizzati per saldare i debiti fiscali e i terreni edificabili urbani, mentre i lavoratori non ottennero nulla, e molti non riuscirono più a trovare un lavoro e ad andare in pensione, riporta il giornale Novosti.
Photo Credis:”Depositphotos/Nomadsoul1″
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