Una ben nota citazione della scrittrice abolizionista Harriet Beecher Stowe del XIX secolo recita: “Le donne sono i veri architetti della società”.
Che siate o meno d’accordo, è innegabile che le donne hanno influenzato molti eventi storici, e, in alcuni casi, mutato il corso della storia del mondo, sia in senso positivo che negativo (si spera, in quest’ultimo caso, raramente).
In Serbia, il percorso della donna verso l’emancipazione e la modernizzazione è stato tutt’altro che privo di problemi e di abusi. Per secoli le donne hanno costituito una sorta di massa silenziosa e stagnante. E poi, apparentemente dal nulla, voci e volti femminili hanno cominciato ad emergere nei campi della cultura, della scienza e persino della politica, e tutte avevano qualcosa da dire, e, ancora di più, da mostrare.
Dedichiamo questo articolo a queste pioniere, che si sono rifiutate di lasciare che la società definisse chi erano e cosa avrebbero potuto ottenere.
La prima è stata la donna più potente della Serbia del suo tempo: sposata ad un uomo potente, sfruttò abilmente la sua influenza per coltivare e sviluppare la cultura della Serbia medievale.
Regina Elena d’Angiò (in serbo, Jelena Anžujska)
Moglie del re serbo Stefan Uros I, noto anche come Uroš il Grande, che ha vissuto nel 13° secolo. Durante il suo governo, la Serbia raggiunse un considerevole livello di prosperità grazie allo sviluppo economico attraverso l’espansione delle attività minerarie, così come attraverso l’incremento del commercio in argento e oro, per lo più con le città di Dubrovnik e Kotor.
Stefan Uros sposò Elena intorno al 1250 (non ci sono documenti storici precisi a conferma di ciò). La leggenda narra che ne fosse talmenteì innamorato da piantare lillà, i suoi fiori preferiti, in molte zone della Serbia in onore del loro matrimonio.
Elena, figlia di un nobile ungherese e dell’aristocratica francese Matilda de Vjanden, prese molto seriamente il suo ruolo di regina. Fondò la prima scuola per ragazze nella Serbia medievale, nella città di Brnjak, in Kosovo. Incoraggiò la trascrizione di libri, che poi lasciava in dono gratuitamente. Inoltre, era una strenua oppositrice dell’elitarismo reale ed era nota per la sua accoglienza nei confronti di poveri e oppressi. Fu la prima regina ad aprire una biblioteca presso la sua corte, e divenne protettrice di molti monasteri che aiutò a costruire, incluso il Monastero di Gradac.
Visse fino all’età di 78 anni, sopravvivendo al marito che morì quando ne aveva solo 36. Verso la fine della sua vita, divenne monaca nel monastero di Gradac.
Milunka Savic
Anche se molto è stato scritto e detto sul suo coraggio, Milunka Savic resta ancora oggi un’ispirazione per le donne. Nata nel 1892, Milunka fu un’eroina di guerra, combattendo nelle guerre dei Balcani quando aveva solo 20 anni e nella prima guerra mondiale. Chiamata anche la “Giovanna d’Arco serba”, è conosciuta per essere stata la combattente donna più decorata in tutta la storia della guerra.
Quindi, come riuscì ad entrare nell’esercito, in primo luogo, quando non si registra la presenza di donne soldato nella Serbia dell’epoca? Quando suo fratello ricevette un invito alla mobilitazione per la Seconda Guerra dei Balcani, decise che avrebbe preso il suo posto. Recise i suoi lunghi capelli, indossò una divisa e si unì all’esercito serbo. Molto rapidamente conquistò il grado di caporale per il suo coraggio e le sue capacità di combattimento. Tuttavia, quando, nel corso di una delle battaglie, venne ferita e conseguentemente ricoverata in ospedale, la sua verà identità venne a galla, con sorpresa da tutti.
Gli storici hanno scritto su questo evento: “Savic fu chiamata davanti al suo ufficiale comandante. Non volevano punirla, perché si era dimostrata un soldato prezioso e molto competente. Il dispiegamento militare che ha portato alla rivelazione del suo genere era il suo decimo. Ma non era adatto per una giovane donna essere in combattimento. Le fu offerto un trasferimento alla divisione infermieristica. Savic si alzò e insistette sul fatto che voleva solo combattere per il suo paese come combattente. L’ufficiale le disse che ci avrebbe pensato e che le avrebbe dato la sua risposta il giorno successivo. Ancora in piedi sull’attenti, Savic rispose: “Aspetterò”. Si narra che il comandante la face stare in piedi solo un’ora prima di accettare di rimandarla sul campo”.
Per quanto riguarda gli onori militari ricevuti durante e dopo i suoi anni di combattimento, sono davvero spettacolari: due volte insignita della la Legione d’onore francese, la Croce Russa di San George, la medaglia britannica per l’Ordine di San Michael, la medaglia serba Miloš Obilić e la francese Croix de Guerre (di cui era l’unica donna destinataria), per citarne solo alcuni.
Nel 1919 fu congedata. Sposata, poi divorziata, partorì una figlia e ne adottò altre tre. Sfortunatamente, Milunka è stata generalmente dimenticata dal pubblico e svolse poi lavori umili (impiegata delle poste e addetta alle pulizie) per sostenere la sua grande famiglia. Nel 1945, le fu concessa una pensione statale e continuò a vivere a Belgrado. Milunka morì nel 1973. Oggi a Belgrado c’è una strada che porta il suo nome.
Mileva Maric Einstein
Se non avete ancora sentito parlare di Mileva Maric Einstein, avete davvero bisogno di ripassare le lezioni di storia e fisica. Mileva era una delle studentesse del Politecnico di Zurigo, proprio come Einstein, dove fu anche la seconda donna a completare un programma completo di studi presso il Dipartimento di Matematica e Fisica alla fine del XIX secolo.
Albert e Mileva non erano solo coniugi, ma collaborarono anche alle ricerche di fisica che molti scienziati moderni considerano oggi rivoluzionarie. Uno studio in particolare, cui Mileva presumibilmente contribuì, è il famoso Annus Mirabilis (The Miracle Year), comunemente accettato oggi come fondamento della fisica moderna.
Sebbene alcuni scienziati e storici siano ancora dubbiosi sul fatto che Mileva sia stata effettivamente coautrice degli articoli, le prove disponibili indicano il contrario. Mileva e Albert svolsero insieme un sacco di lavoro scientifico, ma gli articoli vennero sempre firmati con il nome di Albert. Ad esempio, uno di quei documenti congiunti è stato scritto nel 1900 e riguardava il tema della capillarità.
Il 4 aprile 1901, Albert scrisse a Mileva informandola che il suo amico Michele Besso “ha visitato suo zio a nome mio, il prof. Jung, uno dei fisici più influenti in Italia, e gli ha dato una copia del nostro articolo”.
Sono state numerose le speculazioni sul motivo per cui Mileva lasciò Albert firmare tutti i documenti scientifici scritti insieme. Secondo una ex professoressa di storia del City College di New York, e autrice della biografia di Mileva Maric, Radmila Milentijevic, Mileva voleva che Albert si facesse un nome nel mondo della scienza, e alla fine trovasse un lavoro stabile. Il Professore di fisica Dord Krstic, dell’Università di Lubiana, che ha studiato l’eredità di Mileva per quasi 50 anni, afferma che si trattava più di una questione di genere: “… considerando il pregiudizio prevalente contro le donne in quel momento, una pubblicazione co-firmata con una donna avrebbe potuto avere meno peso”.
Nessuno lo saprà mai!
Einstein divorziò da Mileva nel 1919, dopo alcuni anni molto tesi. Morì all’età di 72 anni, nel 1948, e a Zurigo, dove fu anche sepolta.
Danica Tomić
Danica è stata la prima pilota femminile in assoluto in Serbia, e una pioniera all’epoca in cui il pilotaggio era considerato una professione strettamente maschile. Non ci sono informazioni disponibili sulla sua data di nascita o di morte, o sul suo matrimonio con il pilota Miodrag Tomic, il comandante in capo del 6° Reggimento aviotrasportato.
Come moglie di un pilota, Danica avrebbe potuto scegliere di vivere una vita agiata e spensierata, come molti dei suoi contemporanei. Tuttavia, quella non era la sua natura.
Nel 1928, in occasione di un festeggiamento per il 15° anniversario dell’Aeroporto di Danica, lasciò gli ospiti senza fiato pilotando un aereo sopra un abisso di oltre 2.500 metri. Trasse da questo gesto grande orgoglio e felicità, liberandosi dalla vita ordinaria di una casalinga.
Nel 1930, quando la Society of Reserve Pilots annunciò che stavano portando i candidati ad allenarsi per diventare piloti civili, Danica colse l’opportunità. La commissione di ammissione la descrisse come “calma, sicura, ferma, con una eccezionale fiducia in se stessa”. La commissione notò anche che la sua capacità di volare era superiore rispetto a quella di molti dei candidati maschi. Inoltre, Danica fu la prima donna a eseguire un loop, una delle figure acrobatiche più complicate, in cui il pilota esegue un volo verticale a 360 gradi.
Tuttavia, dopo aver ottenuto la sua licenza di pilota, Danica cadde nel dimenticatoio. Suo marito, il maggiore Tomic, fu imprigionato dalle forze nemiche durante la seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, si trasferì in America, e sua moglie probabilmente lo seguì, ma l’assenza di documenti posteriori al 1933 non consente di dimostrarlo.
Crediti fotografici: Wikipedia, Courier, Vecernje Novosti, Pinterest
Riferimenti:
(1) Radmila Milentijevic: Mileva Marić Einstein: life with Albert Einstein, United World Press, 2015.
(2) Dord Krstic: Mileva e Albert Einstein: Their love and scientific collaboration, Didakta, 2004.
(3) Scientific American
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