“Chiedendole di rinunciare alla proprietà di Telekom Serbia nella provincia del Kosovo e Metohija alla Serbia è stato imposto un difficile ultimatum”, dichiara Marko Djuric, Direttore dell’Ufficio per il Kosovo e Metohija, aggiungendo che Belgrado ha tempo fino a domenica per decidere se accogliere o meno “il grottesco progetto di accordo sulle telecomunicazioni”.
Secondo quanto riportato dal quotidiano serbo “Kurir”, Djuric avrebbe definito inaccettabile l’ultimatum e le condizioni che esso pone e che, sia in quanto negoziatore che in quanto serbo, si vedrà costretto ad abbandonare la sua posizione nel caso in cui il governo, che ora sostiene senza alcuna riserva, dovesse decidere di accettare: “non solo ci viene chiesto di rinunciare a ciò che possediamo nel campo delle telecomunicazioni, ma anche di concordare sul fatto che tutte le nostre attività in Kosovo appartengono alle istituzioni di un sedicente, illegale e fraudolento paese con sede in Pristina”.
Lunghe e difficili discussioni su come procedere sono seguite all’imposizione dell’ultimatum: “sono convinto che queste condizioni siano inaccettabili, anche se abbiamo tutti difeso strenuamente i nostri argomenti nelle trattative con i rappresentanti dell’UE e di Pristina”, ha dichiarato Djuric. La delegazione proveniente da Belgrado e guidata da Marko Djuric ha partecipato la scorsa settimana ai colloqui con Pristina a Bruxelles sull’attuazione dell’accordo sulle telecomunicazioni: in quell’occasione, secondo Djuric, sarebbe accaduto “qualcosa di molto strano”, quando, nella notte tra giovedi e venerdì, “sono cambiate le carte in tavola”.
“Le condizioni sono radicalmente cambiate. Appare ovvia l’influenza di un intervento dall’esterno per far naufragare i colloqui, forse per raggiungere un altro obiettivo politico e per esporre la Serbia ad una sorta di pressione come mai si era prima verificato in relazione a questo o ad altri problemi”, ha dichiarato Djuric, aggiungendo che l’accettazione di simili scandalose condizioni costituirebbe un precedente ed un modello che potrebbe essere riproposto nel campo dell’energia, e non solo delle telecomunicazioni.
Secondo il Direttore dell’Ufficio per il Kosovo e Metohija, “lo stesso modello potrebbe venire proposto nel settore dell’energia, così come per altre proprietà sociali e statali. Il sotto testo è chiaro: o si accettano le condizioni proposte o si rinuncia al processo di integrazione europea e all’apertura dei capitoli negoziali, con tutto quello che questo comporta”.
In base al progetto di accordo, definito grottesco da Djuric, le proprietà di Telekom Serbia dovrebbero essere trasferite a Pristina e il segnale andrebbe a coprire non solo tutto il territorio del Kosovo, rendendo i cittadini serbi cittadini “di seconda classe”, alienando le proprietà della Serbia: “dobbiamo lottare per fornire le migliori condizioni che rendano possibile la sopravvivenza della nostra gente in Kosovo. Indipendentemente da tutte le pressioni dobbiamo protegere il nostro Stato e la nostra proprietà nazionale. E sono convinto che non possiamo fare questo accettando ultimatum senza scrupoli”.
(InSerbia, 05.10.2016)
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